Cominciato lo scorso 26 gennaio, il processo a carico dei rapinatori del commando che nel giugno 2021 assaltò un portavalori sull’A1 con armi da guerra, prosegue nel riserbo più totale. Le aule sono blindatissime ed è ingente il dispiegamento dei mezzi della polizia penitenziaria presente all’esterno del Tribunale di Modena. Oggi si è tenuta un’altra udienza nella quale si è espressa la difesa, ma per la sentenza bisognerà attendere ancora. Complessivamente per la banda di Cerignola l’accusa ha chiesto 86 anni di carcere. La vicenda risale al 14 giugno di due anni fa quando il gruppo scatenò l’inferno lungo l’autostrada. Furono scene da film, attimi di vera paura: il gruppo armato di kalashnikov sparò dei colpi in aria e contro le guardie giurate all’interno del portavalori, diede fuoco ad automobili rubate per bloccare la circolazione e obbligò i camionisti a intraversare i mezzi per bloccare il furgone contenente 2,5 milioni di euro in contanti. Un attacco che nonostante l’organizzazione studiata nei minimi dettagli non andò a buon fine. Scattate immediatamente le indagini furono coinvolti circa 170 agenti ed ufficiali di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato. Una operazione lunga e articolata che appena sei mesi dopo, nel dicembre del 2021, portò all’arresto dei componenti del commando. Le accuse per tutti sono pesantissime: devono rispondere di tentato omicidio, per aver esploso numerosi colpi di mitragliatrice sul fianco del portavalori, fortunatamente senza provocare nessuna vittima, ricettazione, blocco stradale e rapina pluriaggravata.