Sabato i biancorossi ritrovano da avversario a Cesena l’allenatore della promozione in A, in un Manuzzi in cui il Carpi ha perso le ultime 6 gare giocate

C’è Fabrizio Castori e c’è il tabù del Manuzzi. Due volti dello stesso derby, quello di sabato a Cesena per il Carpi, che incrocia di nuovo il tecnico con cui ha toccato la serie A. All’andata fu il Cabassi a tributare una standing ovation al mister di San Severino Marche, appena chiamato al capezzale di un Cesena impantanato nella zona retrocessione. Da allora la classifica dei romagnoli è migliorata ma resta ancora pericolosa, in piena bagarre salvezza. Con Castori i bianconeri hanno comunque trovato una quadratura che ha portato a mettere insieme 28 punti nelle 22 gare della gestione del tecnico marchigiano. A Carpi Castori ha legato il suo nome a tre anni irripetibili, scanditi dalla magica promozione in A del 2015, dalla salvezza sfiorata in massima serie e dalla finale playoff persa lo scorso giugno a Benevento. Un triennio con 129 gare al timone fra campionato e coppa, che lo hanno fatto entrare di diritto fra i personaggi più importanti del calcio carpigiano. Come all’andata però il Carpi sogna di fare un altro scherzo al suo ex allenatore, piegato nel match di un girone fa dalla doppietta di Jelenic. Ma a Cesena sabato ci sarà da sconfiggere anche il tabù del Manuzzi, dove il Carpi ha vinto una sola volta, addirittura 60 anni fa in IV Serie nel 1958. Da allora sono arrivate 6 sconfitte in altrettante trasferte, comprese le ultime due gare di B, col Carpi di Vecchi travolto 4-1 nel settembre del 2013 e quello di CAstori sorpreso l’anno scorso nel finale da Djuric.