L’impresa di San Siro ha ulteriormente rafforzato la posizione di mister Iachini, ma il Sassuolo dovrà ancora valutare se proseguire con lui o affidare la panchina a uno tra Inzaghi, Maran e De Zerbi

E’ arrivato in punta di piedi, e nemmeno troppo acclamato dalla folla, alla fine di novembre chiamato a risollevare una squadra priva di motivazioni. Il debutto a Firenze nel 3-0 a favore della Viola non poteva certo fare testo, Iachini sapeva che la salvezza andava costruita un mattone alla volta con pazienza e sacrificio. Caratteristiche che il Sassuolo sembrava aver perso quasi definitivamente soprattutto dopo l’epopea Di Francesco culminata con l’Europa League illudendo tutti che la realtà provinciale fosse solo un ricordo. Ma Di Fra aveva compiuto un miracolo che raramente può ripetersi. Beppe Iachini ha avuto il merito di ridare verve a giocatori spaesati e poco propensi alla lotta e soprattutto di valorizzare giovani dal sicuro prospetto come Rogerio, Sensi e Mazzitelli. I sei punti conquistati con l’Inter, i pareggi strappati a Milan, Roma e Napoli, le vittorie negli scontri diretti a Verona e Udine dove c’è stata la vera svolta della stagione nel momento forse più difficile dopo la macchia del 7-0 dell’Allianz Stadium. Il tecnico marchigiano ha portato il Sassuolo ad una salvezza senza particolari affanni con 32 punti in 23 gare e la squadra è dalla sua parte. Lo ha dimostrato a San Siro ancora una volta, quando ormai libera da ogni pensiero di classifica il ruolo della vittima sacrificale proprio non ha voluto recitarlo. I rumors sul futuro di Iachini si rincorrono da settimane. Il suo contratto scadrà nel 2019 ma a detta proprio del tecnico i contratti lasciano il tempo che trovano, ciò che contano sono i progetti. E allora ci si siederà ad un tavolo con Carnevali per capire quali siano i margini di un prolungamento del rapporto che Iachini merita. Anche se, e non è un mistero, la dirigenza neroverde starebbe sondando i nomi di Pippo Inzaghi, Rolando Maran e Roberto De Zerbi.