Nell’area dell’ex Mercato Bestiame, da 20 anni in attesa di riqualificazione, gli alloggi previsti non saranno più 660 ma solo 491, con una riduzione complessiva di capacità edificatoria di 10 mila metri quadri. Ora l’area è inserita nel piano periferie ma gli interventi sono fermi al palo ed il degrado avanza

Cumuli di macerie in parte eredità delle demolizioni degli edifici abbattuti 20 anni fa, rifiuti e cattedrali nel deserto. Buona parte dell’area dell’ex mercato bestiame di Modena, inserita già dal 1999 nei progetti di riqualificazione della fascia ferroviaria prima e del piano periferie ore si presenta ancora così. Degradata, chiusa ed isolata dal resto della città. Più di 750 gli alloggi che dovevano nascere secondo i piani degli 2000, poi ridotti a 660 dai programmi dell’assessore Sitta, e ora ridotti a 490 sulla base del piano particolareggiato approvato il 4 aprile dal consiglio comunale. Di questi in 20 anni sono solo 120 gli alloggi realizzati. E sul resto, sia in area pubblica che privata inserita nel Piano Periferie, la situazione preoccupa. Anche per gli unici progetti già appaltati e finziati da 6 mesi e che già dovevano avere lasciato posto ai cantieri. La Palazzina da 37 alloggi e centro diurno per disabili dove ancora non si è mossa una pietra e il data center, dove nonostante il progetto appaltato affidato e finanziato nulla si muove. Questa è l’immagine della palazzina comunale in parte demolita di recente, che ha lasciato spazio ad uno scenario da guerra che preoccupa. Perché il progetto della scuola innovativa che qui dovrebbe sorgere è ancora agli albori. Tra la preoccupazione dei residenti che da 20 anni auspicano una riqualificazione che non vorrebbero attendere ancora oltre