Siamo ben lontani dalle medie nazionali ma la paura di un contagio potenziale per una malattia che colpisce in maniera subdola ha innescato una reazione a catena e anche la Regione Emilia Romagna è corsa ai ripari

Il 2016 si è chiuso con oltre 19.000 vaccinazioni volontarie per profilassi alla meningite, il doppio rispetto all’anno precedente. Non esiste allarme né preoccupazione, ma attenzione. Così si può riassumere l’atteggiamento delle autorità sanitarie a seguito dell’allarme generato dai recenti casi di infezione. Sotto osservazione gli ambienti super-affollati ed in particolare le scuole, dove bambini, adolescenti e giovani sono la categoria maggiormente a rischio.

I protocolli da attuare nei casi di infezione sono ormai oggetto da tempo di costante monitoraggio nel piano preventivo regionale che ha finora coperto in modo soddisfacente le richieste e le necessità.

Tuttavia il recente ricovero di una paziente ultrasessantacinquenne al Policlinico modenese, proveniente  dall’ospedale di Sassuolo ha riacceso timori ed allarme nelle collettività. La meningite, infiammazione delle meningi, della ultima pellicola protettiva che riveste cervello e midollo spinale,  può svilupparsi con epidemia virale o batterica. E’ la seconda ad essere maggiormente preoccupante, considerando che la prima può paragonarsi ad un evento influenzale, ma quella batterica, è senz’altro da tenere sotto costante monitoraggio e controllo, anche preventivo, da realizzare con tutti coloro che sono stati a contatto con il soggetto ammalato e che poterebbero aver contratto il contagio mediante le vie respiratorie. Tutto ciò rende ovviamente i giovani e giovanissimi la principale categoria a rischio per la diffusa ed ampia promiscuità. Importante, necessario, meglio dire indispensabile il contatto costante e diretto col proprio medico che conosce il proprio personale bagaglio vaccinale – a volte infatti può essere necessario solo effettuare un richiamo di vaccino assunti in età pediatrica – e che in ogni caso può monitorare i sintomi , spesso troppo simili alla comune influenza . mal di testa, rigidità del collo, febbre, e nei casi più gravi perdita di conoscenza, convulsioni e macchie epidermiche. Le autorità sanitarie lo ribadiscono; i casi ogni anno ci sono restano però sempre ai livelli di ordinaria emergenza, considerando che gli aspetti preventivi non sono mai trascurati. La comunità non deve cedere dunque al pericoloso allarmismo, ma solo assumere una  responsabile e salutare attenzione che poi si traduce in responsabile  comportamento che facilita, profilassi, prevenzione, cura e superamento anche delle emergenze.