Ancora aspetta di essere recuperata dalle ferite del terremoto e dal degrado in cui verte da anni. La chiesetta Ricci, in via Finzi, si regge in condizioni pessime: abbandonata, senza nemmeno più un tetto, le uniche visite che riceve, sostengono i residenti, sono quelle delle prostitute, viste più volte superare la rete da cantiere che circonda la piccola cappella. L’edificio, risalente al 1700, è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2012 e ancora aspetta un intervento di messa in sicurezza e restauro. Di proprietà comunale, la cappella Ricci è stata effettivamente inserita tra i progetti di recupero urbanistico, ma per far partire concretamente il cantiere, è ancora atteso il via libera della Regione. Se i tempi dovessero essere rispettati, secondo i programmi, il cantiere potrebbe attivarsi questa estate per un intervento di ricostruzione del tetto e di messa in sicurezza da circa 90mila euro. Denominato “Fabbricato ad uso cappella votiva”, la piccola chiesa tra il Settecento e l’Ottocento fu di proprietà della nobile famiglia Ricci. Oggi, di nobile, non è rimasto molto. I lavori, a lungo attesi, dovevano partire già dalla scorsa amministrazione. Solo nel 2019 l’edificio è passato dal demanio al Comune e ancora non c’è una vera e propria data di avvio dei cantieri, mentre il degrado e l’abbandono non hanno bisogno di progetti o via libera per poter prosperare.