È stata fissata il 26 aprile la perizia psichiatrica per cercare di capire se il 48 enne accusato dell’omicidio della madre in via dei Manzini, fosse in grado di intendere e di volere. L’avvocato difensore ha chiesto ulteriori approfondimenti che il pm aveva respinto, ma che il Giudice per le Indagini Preliminari ha in seguito accolto, fissandone la data. Le operazioni di raccolta delle prove dureranno due mesi. Così continua l’iter giudiziario sull’omicidio di Milena Calanchi, la 71enne trovata senza vita nella sua abitazione in via dei Manzini, laterale di via Fratelli Rosselli, nei pressi del Parco Amendola. Il delitto si consumò nella notte tra il 15 e il 16 novembre dello scorso anno e la mattina seguente il figlio, il 48enne Carlo Evangelisti, confessò di essere stato lui a compiere l’omicidio. Una tragedia annunciata secondo le testimonianze di molti vicini di casa che ai microfoni dei giornalisti raccontarono di litigi e urla frequenti. Secondo quanto emerse in seguito, Evangelisti da giovane fu vittima di un grave incidente in moto che gli provocò danni cerebrali permanenti. Ebbe inoltre problemi di alcolismo, per i quali intraprese percorsi in comunità. È alla luce di questo passato che la difesa ha richiesto la perizia psichiatrica e comprendere se Evangelisti fosse capace di intendere e di volere la notte del delitto