Domani è la giornata internazionale dei diritti delle donne, dove l’accento cade sulla parola “diritti”: un giorno dedicato alla riflessione su quanto è stato fatto per arrivare alla parità di genere e quanto c’è ancora da fare. Da Modena la riflessione passa anche dai centri antiviolenza, che per la data simbolo delle lotte femminili hanno stilato un bilancio sugli accessi del 2019. Sono state oltre 600 le donne che hanno chiesto aiuto. La Casa delle Donne contro la violenza di Modena ha registrato 391 accessi (furono 423 nel 2018) di cui 266 si sono rivolte al centro per la prima volta; nel Centro Vivere Donna di Carpi sono state 107 le entrate, delle quali 59 per la prima volta. Nella città dei Pio nel 2018 si registrarono invece 82 accessi complessivi. L’analisi estesa alle Unioni dei Comuni evidenzia che il numero di presenze ai Centri antiviolenza nei territori dell’Unione Terre di Castelli a Vignola e nel Frignano a Pavullo ammonta a 53 casi; lo sportello di Medolla per l’area nord, negli ultimi due anni, ha gestito 41 accessi mentre il Centro dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico, con sede a Sassuolo, ne ha visti 80. Dagli ultimi dati disponibili relativi invece agli accessi al pronto soccorso modenesi, si fotografano per il 2018 numeri in linea con gli anni precedenti: sono stati più di 800 i casi di violenza di genere presi in carico. Cifre che evidenziano come questi fenomeni siano ancora molto diffusi e allarmanti. L’invito, lanciato dalla consigliera provinciale Maurizia Rebecchi, è quello di incrementare ulteriormente le attività di contrasto e di potenziare i centri dove le donne possono rivolgersi in sicurezza, oltre a puntare su azioni di sensibilizzazione a partire dalle scuole.