Omicron è il virus con la propagazione più rapida della storia. Lo evidenzia uno studio del General Hospital del Massachusetts, che per far comprendere la velocità di questa variante, l’ha messa a confronto con uno dei virus più trasmissibili conosciuti, quello del morbillo. Quest’ultimo, a partire da una persona non vaccinata, riesce a contagiare in media altre 15 persone, mentre Omicron ne contagia 6, ma con una velocità incredibilmente maggiore. Il morbillo ha bisogno di 12 giorni in media per infettare altre persone, ad Omicron ne bastano 4 o 5. Questo significa che in appena otto giorni è in grado di produrre 36 casi positivi, in 12 giorni ben 216. A parità di tempo quindi, Omicron è in grado di contagiare oltre 200 persone in più rispetto al morbillo. È stato lo storico della medicina e medico Anton Erkoreka, direttore del Museo Basco di Storia della Medicina, a dire che Omicron “è il virus più esplosivo e quello con la diffusione più rapida della storia”, ricordando che la peste nera e il colera hanno impiegato anni per diffondersi in tutto il mondo. Va da sé che questa variante sta facendo schizzare i numeri del contagio nei bollettini italiani, ma c’è una buona notizia, ha sottolineato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ovvero che al crescere dei nuovi casi non corrisponde un parallelo aumento dei ricoveri. Questo fa ben sperare nella minore aggressività di Omicron, ma l’impatto sugli ospedali, seppur molto lento, c’è. Per questo Cartabellotta mette in guarda sul rischio di raggiungere la congestione dei nosocomi, poiché a ogni punto percentuale di salita corrisponde a 20mila persone ricoverate. In attesa del prossimo consiglio dei ministri, il presidente della Fondazione sostiene tuttavia che “tutte le misure messe in campo finora dal governo sono – solo – una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione”.