Dopo l’avvio delle vaccinazioni del personale scolastico, nella nostra regione partiranno  a breve le somministrazioni anche nell’ambiente universitario. È iniziato, spiegano da viale Aldo Moro, il lavoro delle Ausl territoriali per predisporre le modalità di somministrazione. I vaccini utilizzati saranno quelli di AstraZeneca e verranno iniettati presso i punti vaccinali delle aziende sanitarie. Si aprono quindi modalità diverse rispetto ai docenti delle scuole, che si stanno vaccinando invece presso i propri medici di base. Mentre la regione prosegue al momento con il proprio piano vaccinale, attendendo per marzo forniture da oltre 600mila dosi, a Roma il governo sta lavorando per un cambio di passo. L’obiettivo è che tutti i territori avanzino nella vaccinazione secondo principi comuni. Stop quindi ai piani differenziati regione per regione e soprattutto stop alle dosi tenute nei frigoriferi. Nella struttura commissariale affidata da Mario Draghi al generale Francesco Paolo Figliuolo è iniziata la sfida insieme alla Difesa e alla protezione civile, per accelerare la macchina. L’idea è quella di dare priorità alle fasce di età più anziane e di utilizzare unità mobili, una ogni 20-40mila abitanti, reperibili dalla protezione civile, che riescano a raggiungere anche nei centri più piccoli, per una specie di porta a porta vaccinale. Della distribuzione si occuperà l’esercito. Secondo il disegno presentato da Figliuolo, si va nella direzione di annullare le scorte e utilizzare la maggior parte dei vaccini disponibili, secondo il modello inglese, con solo un 2 per cento tenuto di scorta, all’occorrenza, per vaccinazioni a tappeto nelle zone rosse più in difficoltà. Troppi, secondo il Governo, i vaccini ancora non utilizzati e tenuti nei frigoriferi. Nella nostra regione, delle 50mila dosi di Astrazeneca a disposizione dei medici di base per gli insegnanti, a ieri erano 15mila le iniezioni fatte.