La Ferrari è davanti a tutti, anche nella ripartenza dopo la chiusura forzata più lunga della storia del colosso di Maranello. Quasi due mesi sono passati dal 14 marzo, giorno di chiusura per il lockdown degli stabilimenti, che hanno riaperto ieri sulla scia del “back on track” il programma di rientro al lavoro con cui la “rossa” ha preparato il terreno per far ripartire la produzione, che aumenterà gradualmente per riprendere a pieno regime venerdì 8. Le linee guida della ripresa hanno messo al centro la persona, con nuove pratiche a tutela della salute e del benessere di tutti i dipendenti: nuove regole per la condivisione delle aree comuni, riorganizzazione degli ambienti e l’offerta ai lavoratori di test sierologici su base volontaria. In 2360 si sono già sottoposti ai test messi a disposizione dell’azienda per dare la caccia al Covid. Il 95% dei 4500 dipendenti ha aderito agli esami sierologici che saranno ultimati in settimana. “Nonostante la sospensione – ha spiegato il Ceo Louis Camilleri – nessun dipendente è stato licenziato e tutti hanno ricevuto la loro piena retribuzione nel corso di questa fase”. Intanto dalla prima trimestrale 2020 arrivano comunque risultati confortanti, con 128 auto vendute in più rispetto ai primi tre mesi del 2019. I ricavi, come da attese, sono diminuiti dello 0,9%, ma gli utili sono in aumenti di poco meno il 2%. La pandemia ha abbassato leggermente la stima dei ricavi per l’anno in corso, 3,5 miliardi anziché 4,1 delle stime precedenti al Covid, ma i due nuovi modelli previsti per l’anno saranno comunque presentati, anche se in ritardo, entro fine anno, mentre le consegne sono previste nel 2021.