I mesi passano e l’inflazione, se scende, lo fa di pochi punti percentuali; una variazione risibile rispetto a un anno di carovita che ha eroso il potere di acquisto delle famiglie, appena uscite dall’estate più cara di sempre. Chiuso – per chi ha potuto – il capitolo dei viaggi, all’insegna di rincari tra alberghi, spiagge, carburanti e ristoranti, i modenesi sono tornati in una città in cui la sfida è quella di far quadrare i conti tra stipendi sempre uguali e mutui alle stelle, affitti elevatissimi, carrelli della spesa salati. Un esempio su tutti: per la sola verdura, l’inflazione ha gonfiato i prezzi fino al 20 per cento. Sono poi previsti per il mese di settembre ulteriori aggravi sul fronte di alimenti quali olio di oliva e birra, oltre al problema del caro scuola, quest’anno particolarmente oneroso. Un mix che sta mettendo sempre più in difficoltà i modenesi. I modenesi si sono già trovati costretti a cambiare abitudini, acquistare meno, risparmiare su consumi ritenuti superflui. Ma la situazione è ormai emergenziale e senza un cambiamento positivo in vista, il futuro porta con sé sempre maggiori preoccupazioni