È in programma venerdì una delle udienze più attese del processo sulla morte di Saman Abbas. In quella data verrà infatti ascoltato il fratello minore della ragazza, scomparsa a maggio del 2021 e trovata senza vita lo scorso novembre nei pressi di un casolare. Il ragazzo è considerato un testimone chiave dell’accusa contro i familiari della 18enne, imputati per il suo omicidio, ma proprio per questo avrebbe ricevuto pressioni dal Pakistan affinché venerdì non dia la sua testimonianza o ritratti le proprie dichiarazioni. Su questo caso la Procura di Reggio Emilia ha fatto sapere di aver aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, e i carabinieri hanno acquisito copia dei messaggi, forniti dallo stesso giovane. Dagli accertamenti emerge che il ragazzo ha mantenuto i contatti con la madre Nazia Shaneen, ancora latitante, e con alcuni familiari in Pakistan che, soprattutto quando c’è stata l’estradizione del padre, Shabbar Abbas, avrebbero portato avanti le pressioni. Lo stesso Shabbar avrebbe intimato al figlio di fare il nome di un altro parente, mai individuato dalle autorità, per scagionare lo zio, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Saman. Al momento sono imputati, per la morte della 18enne, il padre Shabbar Abbas, lo zio Hasnain Danish, i cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ijaz Ikra, e la madre, Nazia Shaheen.