Mantenere alta l’attenzione sulle indagini in corso in merito alla morte dei nove detenuti avvenuta durante la rivolta dell’8 marzo al Sant’Anna, ma anche aiutare i carcerati che vivono ora una situazione difficile nelle nuove strutture dove sono stati trasferiti. È questo il doppio binario sul quale si muove il comitato “Verità e Giustizia per la strage del Sant’Anna”, che si presenterà ufficialmente questo sabato in Piazza Grande. Il Comitato nasce, spiegano gli organizzatori, senza “casacche politiche”, allo scopo di “tenere alta la testimonianza su quanto accaduto, dando voce anche alle lettere e agli esposti dei detenuti”. Questo perché i circa venti componenti del comitato non sono convinti della “verità ufficiale”. Per i nove decessi avvenuti a seguito della rivolta nel penitenziario, ha affermato il Procuratore Generale della Cassazione Giovanni Salvi, la Procura ha accertato che la morte sia per tutte le vittime avvenuta a causa di overdose di farmaci, e non per violenze esercitate nei loro confronti. Il gruppo, oltre a voler tenere accese le luci su quanto accaduto, si è inoltre organizzato per spedire generi di prima necessità, come coperte e pigiami, ai detenuti che, a causa dei danni subiti dal Sant’Anna, sono stati trasferiti in altre carceri. Nell’orizzonte del comitato c’è un’iniziativa di piazza a un anno dalla tragica rivolta, che- covid permettendo- dovrebbe svolgersi il prossimo 7 marzo, per non interferire con le iniziative della festa della donna.