Altra tappa storica per la lotta alla mafia nei nostri territori con la sentenza dei giudici della Corte d’Appello del Processo Aemilia, il più grande contro la criminalità organizzata. Dopo ore di Camera di Consiglio i giudici hanno deciso la condanna a 9 anni per il modenese Augusto Bianchini, 2 anni e due mesi per la moglie Bruna Braga, 1 anno e 6 mesi per il figlio Alessandro; assolto l’imprenditore Gino Gibertini. Oltre ai protagonisti modenesi della vicenda, i giudici, nell’aula bunker del carcere della Dozza di Bologna,  hanno deciso anche per tutti i 140 imputati del maxi processo. L’accusa di associazione mafiosa regge per la maggior parte degli imputati contro cui è stata formulata, ma nella sentenza di appello di Aemilia, non mancano sconti di pena, dovuti anche all’unificazione dei riti ordinario e abbreviato, e proscioglimenti per assoluzione o per prescrizione dei reati contestati. Anche chi è stato condannato per associazione mafiosa ha quindi ottenuto degli sconti non solo rispetto alla sentenza di primo grado, in cui complessivamente erano stati comminati oltre 1.200 anni di carcere, ma anche rispetto alle richieste avanzate dalla Procura. Così, ad esempio, Michele Bolognino, per cui erano stati chiesti 28 anni, è stato condannato a 21 anni e tre mesi, mentre Gaetano Blasco si è visto comminare una pena di 22 anni e 11 mesi contro i 25 anni e sei mesi chiesti dall’accusa. Piccoli sconti anche per Alfredo e Francesco Amato, per i quali era stata chiesta la conferma dei 19 anni e 19 anni e un mese decisi dai giudici di primo grado: i due, infatti, sono stati condannati rispettivamente a 17 anni e a 16 anni e nove mesi. Riduzione più robusta, invece, per Giuseppe Iaquinta, la cui condanna è scesa da 19 a 13 anni (la Procura generale aveva chiesto la conferma della pena inflitta in primo grado), mentre per il figlio Vincenzo, ex attaccante della Juventus e della Nazionale, è stata confermata la condanna a due anni per reati in materia di armi, ma con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Tra gli altri accusati di associazione mafiosa, Eugenio Sergio è stato condannato a 13 anni e otto mesi contro i 17 anni e mezzo chiesti dall’accusa, mentre per Giuseppe e Palmo Vertinelli le pene sono, rispettivamente, di 16 anni e quattro mesi (l’accusa aveva chiesto 23 anni e sei mesi) e 17 anni e 4 mesi (anziché 23 anni e nove mesi).