Continua la folle corsa dei prezzi dei carburanti, spinti dalle tensioni per la guerra in Ucraina. I mercati petroliferi sono in preda al panico, con i prezzi schizzati alle stelle visto che le esportazioni di greggio e prodotti raffinati dalla Russia sono praticamente bloccate. Immediati gli effetti sui carburanti, con il prezzo della benzina aumentato in due giorni di quasi 6 centesimi al litro, oltre i mille dollari la tonnellata. Non va meglio per il gasolio, salito di quasi 9 centesimi al litro, superando quota un euro per mille litri. Si tratta del valore più alto da luglio del 2008, poco prima che si verificasse la grande crisi finanziaria. Questa mattina Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi di benzina e gasolio e di sette centesimi al litro quelli del Gpl. Per Ip aumento di un centesimo a litro su benzina e gasolio e di 4 cent/litro sul Gpl. Per Q8 +1 cent su benzina e gasolio e +6 sul Gpl. Secondo Claudio Spinaci, presidente dell’Unione energie per la mobilità, sui prezzi della benzina “non ci sarà un’ulteriore impennata. Oggi la logistica del petrolio ha una flessibilità tale da garantirne comunque la disponibilità”, ha dichiarato Spinaci a Quattroruote, ricordando che “solo il 10% del petrolio importato dall’Italia è di provenienza russa. Inoltre, sui prezzi del petrolio pesa anche la debolezza dell’euro. Abbiamo di fronte “un periodo di prezzi alla pompa abbastanza alti, ma non dovrebbero impennarsi, visto che la parte speculativa si sta riassorbendo”.