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Bper, giorno infelice in Borsa: perde più del 3%


    L’ex monopolista Trenitalia, la lombarda Trenord, la rampante Ntv. Oppure un soggetto straniero? Dopo mesi di grande attesa, la partita per l’affidamento dei servizi ferroviari dell’Emilia-Romagna sta per avere inizio. Ieri la Regione ha annunciato la pubblicazione del bando che individuerà il gestore delle linee per un periodo di 23 anni a partire dal primo luglio 2016: una gara di livello europeo, con base d’asta fissata a 153 milioni di euro, e che potrebbe segnare una svolta per i binari emiliano-romagnoli, con l’approdo, alla guida, di un soggetto privato. Attualmente il servizio fa capo al Consorzio dei Trasporti Integrato (Cti), società costituita da Trenitalia e Tper. Il contratto, che fino ad ora ha sempre avuto durata quadriennale, è scaduto da quindici mesi ed è stato prorogato per altri tre anni. Questa settimana, da Bologna, il bando di prequalifica sarà inviato a Bruxelles per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Dopodiché, le imprese interessate avranno 47 giorni per inviare la documentazione necessaria, manifestando l’intenzione a partecipare. Ai blocchi di partenza dovrebbero esserci anche diversi gruppi privati, tra cui, come detto, l’emergente Ntv targata Montezemolo-Della Valle. Da Roma, al momento, si limitano a dire che «il bando è allo studio», ma era stato lo stesso amministratore delegato, Giuseppe Sciarone, già ad inizio 2012, a confermare la candidatura della società concorrente di Fs sulle linee ad Alta Velocità: «La gara per i servizi ferroviari emilianI? Ci stiamo pensando seriamente e vogliamo partecipare», disse il manager. Ma Ntv non è il solo gruppo privato interessato. Nei mesi scorsi si era parlato anche di Trenord, che gestisce le linee lombarde, e di alcune società straniere. Per l’aggiudicazione bisognerà attendere l’estate prossima. Tra i requisiti richiesti dalla Regione ai partecipanti, spicca l’impegno a rinnovare il parco treni circolante. I disagi continuamnete manifestati dal popolo dei pendolari impongono una svolta. E chissà che a darla non sia un privato. (em)

    LA PARTITA DEI BINARI


      Privati alla finestra per l’affidamento

      Treni, Ntv punta le linee emiliane


        La Regione lancia la gara: pure Della Valle in corsa

        Cucchiani, con la buonuscita c’è lo scivolo per la pensione


          Non bastavano il lauto stipendio, 4,047 milioni di euro nel 2012, in parte ancora da ricevere; e la buonuscita, 3,6 milioni, che già ha fatto indignare sindacati e altri commentatori. Per Enrico Cucchiani, appena dimessosi dal ruolo di consigliere delegato di Intesa San Paolo, c’è pure lo scivolo dorato verso la pensione. Eh già, proprio così: l’ex top manager della Allianz, secondo un lancio dell’agenzia Radiocor della serata di ieri, resterà in Ca’ de Sass per altri sei mesi. Proprio così: Cucchiani conserverà la carica di direttore generale, pur privo di ogni potere. La banca ha detto che potrà avvalersi della sua collaborazione, ma non è ancora chiaro per cosa e in che modi. E così il manager potrà arrivare al momento in cui maturerà i contributi necessari per il ritiro dalla vita lavorativa. A quanto pare, Cucchiani ha pagato le divergenze con le Fondazioni azioniste di Intesa San Paolo e con il grande nume tutelare della banca, il bresciano Giovanni Bazoli. I contrasti si sarebbero in particolare giocati sulle strategie di espansione del gruppo e sulle possibili partnership con altri operatori. Domenica a tardissima sera, dopo giorni di indiscrezioni, il consiglio di gestione ha quindi ufficializzato la sostituzione dell’ex Allianz con Carlo Messina, sino a oggi direttore generale vicario, in pratica il numero due. Nel consiglio di gestione, inoltre, è entrato Francesco Micheli.

          SuperInps, nel 2012 rosso di 9,8 miliardi


            Nel 2012 il SuperInps, con la confluenza nell’Istituto di Inpdap ed Enpals, ha chiuso con un disavanzo di 9,786 miliardi di euro, contro l’avanzo di 1, 297 miliardi registrato nel 2011. Lo ha resto noto il Consiglio di Indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Istituto. L’unico voto contrario all’approvazione, in seno al Civ, è stato espresso dai rappresentanti della Uil.

            La Rcs insiste sulla cessione di via Solferino


              Il cda di Rcs, che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, ha dato mandato all’ad, Pietro Scott Jovane, di proseguire le trattative in esclusiva con il fondo Blackstone, per la vendita del complesso immobiliare di via San Marco e via Solferino, a Milano. Il cda ha inoltre fissato per il 13 novembre la data per l’approvazione della terza trimestrale.

              Nomi simili: Credito Emiliano diffida Banco Emiliano


                L’una è una spa quotata, l’altra una neonata Bcc

                All’ombra di San Prospero, patrono dei reggiani, la battaglia tra banche finisce a colpi di carte bollate. Il Credito emiliano diffida il Banco Emiliano: spa quotata contro cooperativa, forme societarie e modelli di governance diverse, ma nome e territorio di operatività simili. Troppo simili, anzi: e proprio per questo si sono attivati i legali. L’uno dei due contendenti, il Credem, ha una presenza ormai consolidata sul territorio tricolore, e non solo nella regione di origine. La società è saldamente controllata dalla famiglia Maramotti, quella della moda di Max Mara, azionista di un certo rilievo pure in Unicredit. Con un patrimonio netto di 1,6 miliardi di euro, nel 2012 ha realizzato un utile di oltre 96 milioni. Essenzialmente limitato alle terre che furono di Don Camillo e Peppone, invece, era sino a questo 2013 il radicamento di Banca Reggiana, un istituto di credito cooperativo. Il quale, però, recentemente si è fuso con un vicino di casa della stessa razza, la Bcc di Cavola e Sassuolo. Il nuovo soggetto comincia ad avere numeri interessanti: 17mila soci, 42 filiali che arrivano a Parma e alla Bassa mantovana, e un presidente come Giuseppe Alai, uomo forte della cooperazione bianca e del Consorzio del Parmigiano Reggiano. In origine, le due dirigenze avevano pensato a nomi come Banca del Tricolore o Banca Mediopadana, quasi un tributo alla gigantesca stazione della Tav. Poi, però, ha prevalso Banco Emiliano. E allora, al Credem di Palazzo Spalletti devono avere preso a preoccuparsi. Già mesi fa, anzi, la spa quotata ha inviato una formale diffida ai rivali cooperativi, e attivato «tutte le azioni per la tutela del proprio brand», come ha confermato ieri il Credem a ModenaQui. Ma il presidente della neonata Bcc, che è proprio Alai, «non si ferma», ha scritto il sito internet Viaemilianet.it: pertanto «verrà avviato il cambio delle insegne» nelle 42 filiali. E le aule dei tribunali non sembrano poi così lontane. nNicola Tedeschini

                Azioni Tod’s, Montezemolo vende ancora


                  Luca Cordero di Montezemolo continua a vendere su Tod’s. Il presidente della Ferrari ha ceduto, tra il 24 e il 26 settembre, 12mila azioni dell’azienda dell’amico Diego Della Valle, incassando oltre 1,6 milioni di euro. Altre cessioni degli stessi titoli erano state effettuate nelle due settimane passate, e avevano fruttato al numero uno del Cavallino complessivi 3,35 milioni di euro. Nessun problema con Della Valle alla base del disimpegno, ha però assicurato il diretto interessato, parlando con i giornalisti il 24 settembre a Milano. «Assolutamente no, nessun problema», ha detto Montezemolo, che in Tod’s siede pure nel cda.

                  Derivati, azienda di Pavia sconfigge CariParma


                    Confermando in parte il giudizio di primo grado, la Corte d’Appello di Milano ha dichiarato nulli due contratti swap stipulati da un’azienda della provincia di Pavia e dalla Cassa di risparmio di Parma e Piacenza. Alla banca, come riferisce l’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor, è stato intimato di restituire «tutti i flussi negativi addebitati alla società», e di pagare spese per 8mila euro. Al di là del valore della causa, però, la sentenza potrebbe essere un’importante pietra miliare per tutte le persone giuridiche italiane, amministrazioni pubbliche e aziende private, che nella prima decade degli anni 2000 sono ricorsi alla finanza creativa, con i famosi «derivati». Italianissima nella sede, CariParma è per il 75% francese quanto a proprietà, del Crédit Agricole. L’azienda lombarda si è avvalsa, nella causa, della consulenza dell’associazione di consumatori Adusbef. Che in una nota, oltre a preannunciare una denuncia alla Consob per aver smantellato «l’ufficio analisi quantitative che misurava il rischio dei derivati tossici», ha parlato di una sentenza grazie alla quale «migliaia di contratti potranno essere dichiarati nulli».

                    Il Guercino ‘amletico’


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