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Malati di Sla in presidio davanti al Tesoro: «Senza fondi si muore»


Decine di malati di Sla si sono ritrovati ieri a protestare di fronte al ministero dell’Economia. Obiettivo: ottenere lo sblocco del fondo da 350 milioni per la disabilità, attualmente fermo, e il suo rifinanziamento per l’anno prossimo. Un fondo che riguarda tutti i 3 milioni di disabili italiani. Per il momento, infatti, sono previsti solo tre milioni e mezzo di euro. A promuovere l’iniziativa è stato il Comitato 16 novembre, associazione che da anni si batte per i diritti di chi è affetto da Sla. «Porterò al ministero – denuncia la vicepresidente Mariangela Lamanna – un comunicato stampa a firma di tre sottosegretari, nel quale c’erano degli impegni precisi sette mesi fa. Non è stato fatto nulla. Non è accettabile essere costretti a fare un presidio ogni sei mesi. Ogni volta muoviamo persone da tutta Italia. Il nostro segretario ha affrontato l’ennesimo viaggio in nave, non è uno scherzo. Ci vuole poco per fermare un presidio e convocare i vertici dell’associazione». La presidente, Laura Flamini, ha raggiunto il presidio in ambulanza, su un lettino. Tanti i dimostanti in carrozzina, molti con la maglietta ‘Non ho più voglia di morire’. «Nell’ultimo presidio il 23 ottobre scorso è morto Raffaele Pennacchio, nostro consigliere direttivo, dopo aver trascorso 36 ore in carrozzina, passando una notte all’addiaccio sotto il Mef, perché nessuno in questo palazzo si era degnato di riceverci». Dopo una notte di attesa, alla fine l’incontro era arrivato. Ed era stato proprio in quell’incontro che l’associazione aveva incassato dal governo gli impegni che, denuncia ora, non sono stati mantenuti. Pennacchio era soddisfatto di quella giornata, ma la fatica lo aveva tradito. Rientrato in albergo, quella sera si era accasciato ed era morto. Per i malati di Sla, «se le cose non cambiano significa che non abbiamo i soldi per pagare l’assistenza e che chi è soggetto a crisi respiratorie, se non può pagare, si lascia morire». Il governo ha fatto sapere che convocherà entro 45 giorni il tavolo interministeriale con la partecipazione delle Regioni e aperto a tutte le associazioni per la definizione di un piano nazionale sulla non autosufficienza.

Pannella dimesso dall’ospedale continua sciopero di fame e sete


I medici: «Deve nutrirsi». Ma lui si rifiuta

Marco Pannella è stato dimesso dalla clinica Nostra Signora della Mercede, dove era stato ricoverato il 26 aprile scorso. Il 22 aprile Pannella era stato sottoposto a un intervento d’urgenza, durante il quale gli era stata messa una nuova endoprotesi e un bypass. Fin dal primo giorno dopo l’operazione il leader radicale, nonostante le sue precarie condizioni, ha però rifiutato cibo e acqua, sia per via orale che endovenosa, per protestare contro le condizioni delle carceri italiane. Alla dimissione dal Policlinico Gemelli, dato il rifiuto di interrompere il digiuno e la disidratazione conseguente, è stato trasferito alla clinica Nostra Signora della Mercede. Un esame ha confermato il pieno successo dell’operazione, con parziale riassorbimento dell’ematoma. I sanitari hanno però raccomandato di riprendere una regolare alimentazione e idratazione per preservare la funzionalità del bypass e dei reni, sovraccaricati dai farmaci. Prescrizioni che, almeno al momento, Pannella non sembra intenzionato a seguire.

Nodi irrisolti


Succede nel Belpaese

Roma, De Santis: «Non ho sparato» Convalidati i fermi dei quattro tifosi


Lo zio di Ciro Esposito: «Il questore vada a casa»

Sostiene di non aver sparato ma sottolinea anche di «avere i ricordi confusi e non essere in grado di ricostruire esattamente quanto avvenuto». Questo il filo conduttore dell’interrogatorio di Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato di aver sparato e ferito tre tifosi napoletani nei pressi dell’Olimpico sabato scorso prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. I due legali, dopo l’interrogatorio del gip Giacomo Ebner a Regina Coeli, hanno detto: «Date le complicate condizioni psico-fisiche, De Santis non ha potuto sostenere un vero interrogatorio, limitandosi a spiegare di non essere stato lui a sparare contro i tifosi napoletani. Il nostro assistito è sedato, in stato di choc, ha subito lesioni gravi. Sarà sentito nei prossimi giorni». Il gip ha convalidato il fermo per De Santis e Alfonso Esposito (tifoso napoletano). De Santis è accusato di tentato omicidio, porto abusivo di armi e rissa. Alfonso Esposito di rissa. Convalidati anche gli arresti degli altri due tifosi del Napoli, Ciro Esposito e Gennaro Fioretti. Ora il gip deciderà per tutti e quattro se e quale misura cautelare applicare. Al vaglio degli inquirenti ancora video e testimonianze per avere un quadro completo dei fatti. Su una cosa non ci sono dubbi: la pistola che ha sparato è una ed era in mano a De Santis. «In qualsiasi Paese civile il questore di Roma sarebbe andato a casa per le ricostruzioni false che sono state diffuse e le defaillances dell’ordine pubblico», ha detto Enzo Esposito, zio di Ciro, il tifoso ricoverato in condizioni ancora stabili e molto gravi. «Non si mandano – ha aggiunto – macchine e pullman in una strada dove non sono previste ambulanze e forze dell’ordine. Il mestiere delle forze dell’ordine è quello di evitare incidenti, non quello di essere assenti». Intanto il Napoli dovrà giocare le prossime due partite allo stadio San Paolo a porte chiuse, e versare un’ammenda di 60mila euro. Simile sorte per la Fiorentina, che avrà l’obbligo di «disputare una gara con il settore ‘Curva Fiesole’ privo di spettatori», oltre a pagare una multa di 50mila euro.

Una proposta concreta: l’assessorato al turismo


Modena scopre il turismo, meglio tardi che mai vien da dire. Tutti i candidati puntano su questo giacimento di sviluppo, se lo si sa sfruttare o meglio valorizzare, seppure con ricette diverse. E Massimo Malpighi, presidente di Ascom-Confcommercio, ieri ha lanciato la proposta di un assessorato al turismo, quasi tutti hanno risposto all’appello positivamente, perchè finalmente si sviluppi un progetto organico e di sistema di questo settore economico. Significa riconoscere che per rendere professionale il sistema ricettivo e di accoglienza modenese serve un punto di riferimento unico, una squadra dedicata ad unire e tessere i diversi fili che compongono questo tessuto produttivo. Che ha necessità di investimenti e non dell’imposta di soggiorno.

Dieci domande sui temi più scottanti della città


Queste le dieci domande degli operatori – un questionario da compilare – ai nove candidati sindaco: 1.Quali provvedimenti adotterà nei primi cento giorni di governo della città? 2.Quali sono le scelte prioritarie perché Modena riaffermi un ruolo più significativo nel contesto regionale e nazionale? 3.A suo avviso andrà rivisto il piano sosta e di conseguenza modificata la convenzione con Modena Parcheggi? Se sì, in che modo? 4.Ritiene che ci sia ancora spazio per insediamenti di medie superfici commerciali? E quale percorso di valorizzazione e sviluppo del piccolo commercio vorrà intraprendere? 5.Come intende contrastare la microcriminalità in città e il progressivo radicamento della malavita organizzata nel nostro territorio? 6.Su quali basi imposterà la concertazione con i corpi intermedi e che ruolo si immagina per le Associazioni di categoria? 7.Come verrà riorganizzata la proiezione turistica della città, anche in vista dell’Expo? In tale ottica ritiene che il Palatipico potrà essere collocato in modo permanente in centro storico? 8.E’ immaginabile un ruolo maggiore del privato nella gestione dei servizi? Se sì, in quali ambiti? 9.Su quali linee di azione poggerà il rilancio dell’attrattività del centro storico? Se dovranno essere portate in centro nuove funzioni, quali saranno e con che tempi ciò avverrà? 10.Sono tante le aree della città da recuperare/riconvertire e sottrarre al progressivo degrado: che strumenti intende utilizzare e con quali tempi?

Gli imprenditori bocciano Pighi: «Ha creato e lasciato voragini»


Rete Imprese ha poi incontrato tutti i candidati sindaci

Giovanardi latita, come sempre sta a Roma Gli aspiranti primi cittadini contro piano sosta


Ma si è parlato (non bene) anche del conflitto di interessi con Hera

L’iniziativa è quella consueta sotto elezioni amministrative: un confronto con tutti i candidati messi a discutere sulla piattaforma sfornata dal mondo delle imprese. I temi quelli soliti che interessano Modena: dalle tasse al piano sosta, dal conflitto d’interesse di Hera alle (non) politiche per il turismo. Tutti i candidati – meno Giovanardi impegnato a Roma e questo la dice lunga su quanto tempo potrebbe dedicare alla città in caso di elezione – hanno fatto il filo, chi pù chi meno e con tutte le sfumature del caso, agli imprenditori. Ma ieri è stato interessante il giudizio negativo espresso dai vertici delle associazioni di categoria sull’amministrazione uscente. Ormai è il passato si può commentare, ma le scelte di Pighi e compagni hanno conseguenze sul futuro. Senza dimenticare che diversi assessori – Francesca Maletti, Simona Arletti e Adriana Querzè – e consiglieri – un gruppone di democratici – che hanno condiviso quella politica si ripresentano alle elezioni. Il voto scritto sulla lavagna dalle associazioni di categoria è quindi significativo – seppure non si traduca in un endorsement per questo o quel candidato, per quella o quell’altra lista – anche per le vicine consultazioni. Il primo a rispondere alla domanda dei cronisti è stato Massimo Malpighi, presidente di Ascom-Confcommercio, con una chiara «insufficienza» perchè è «mancata la collaborazione. Quando abbiamo lavorato insieme qualcosa si è fatta. E’ mancato un progetto». La riduzione dell’Imu per le attività produttive non basta alle associazioni e Silvia Manicardi, presidente cittadina di Licom-Lapam, affonda il dito nella piaga: «il giudizio negativo è aumentato d’intensità nell’ultimo anno. Per le cose fatte di recente come piazza Roma». Non c’è neanche la scusa di Sitta il terribile – l’assessore prima disarcionato dalla poltrona dell’urbanistica e poi dimissionario con semina di veleno contro compagni di partito e alleanza – e per la Manicardi: «La città è stata lasciata con delle voragini». Chiaro il pensiero ai sequestri giudiziari dei chioschi con gli imprenditori lasciati a piedi e un parco disseminato di cantieri a metà.Ma sono numerose le battaglie che gli imprenditori hanno combattuto contro i mulini a vento piazzati in municipio: esternalizzazioni di alcuni servizi comunali per una maggiore integrazione con il privato, rivedere la convenzione con Modena Parcheggi per il piano sosta, il conflitto d’interesse di Hera, l’applicazione dell’imposta di soggiorno mentre manca un disegno di sostegno al turismo e di valorizzazione dei beni culturali. Per Mauro Salvatori (Confesercenti): «Non è più proponibile e possibile pensare al commercio in un’ottica di ulteriore espansione», Silvia Manicardi (Licom-Lapam) punta «a ridefinire la convenzione con Modena Parcheggi». Massimo Malpighi (Ascom-Confcommercio) mette in primo piano il turismo che «non può più essere un appendice della cultura». Per Nicola Fabbri (CNA) «va bene la riduzione dell’Imu, ma non basta. Bisogna dirottare risorse verso sviluppo e lavoro». Nel pomeriggio il dibattito al Caffè Concerto con i candidati di cui proponiamo (sotto) una sintesi. (gbn)

Ecco il Brasile: fuori Kakà


Il tecnico del Brasile Felipe Scolari ha annunciato i 23 convocati per il Mondiale in programma proprio nel paese sudamericano a partire dal prossimo giugno. Nell’elenco non ci sono i milanisti Kakà e Robinho. Assenti anche il difensore centrale del Psg Marquinhos e quello della Roma Leandro Castan. Sono tre i giocatori che militano in Serie A convocati dall’ex selezionatore del Portogallo. Si tratta di Maicon (Roma), Henrique (Napoli), Hernanes (Inter). Questo l’elenco completo dei convocati. Portieri: Julio Cesar (Toronto), Jefferson (Botafogo), Victor (Atletico Mineiro). Difensori: Dani Alves (Barcellona), Maicon (Roma), Marcelo (Real Madrid), Maxwell (Psg), Thiago Silva (Psg), David Luiz (Chelsea), Dante (Bayern Monaco), Henrique (Napoli). Centrocampisti: Luiz Gustavo (Wolfsburg), Hernanes (Inter), Paulinho (Tottenham), Ramires (Chelsea), Oscar (Chelsea), Fernandinho (Manchester City), Willian (Chelsea). Attaccanti: Hulk (Zenit), Neymar (Barcellona), Fred (Fluminense), Jo (Atletico Mineiro), Bernard (Shakhtar Donetsk).

Cori razzisti contro Balotelli e il Napoli Chiusa per un turno la curva dell’Inter


Il Giudice Sportivo della Serie A Gianpaolo Tosel ha deciso di chiudere per un turno il “secondo anello verde” della Curva Nord dell’Inter per «buu» razzisti espressi nei confronti di Mario Balotelli e per cori di discriminazione territoriale intonati contro Napoli dai supporter nerazzurri in occasione del derby con il Milan di domenica scorsa. La società inoltre è stata multata di 50.000 euro. Ammenda di 5000 euro anche per il Milan a titolo di responsabilità oggettiva «per aver ingiustificatamente ritardato l’inizio del secondo tempo di circa tre minuti» e «per essere inoltre, un suo sostenitore, al 32’ del secondo tempo, entrato sul terreno di gioco». Per quel che riguarda i calciatori il giudice sportivo ha squalificato complessivamente per tre turni l’attaccante del Chievo Verona Sergio Pellissier «per comportamento scorretto nei confronti di un avversario» e «per avere, all’atto dell’ammonizione, rivolto all’Arbitro espressione ingiuriosa». Il giocatore dei clivensi inoltre era già diffidato avendo ricevuto la quarta sanzione. Tutti gli altri calciatori invece sono stati fermati per un turno. Questo l’elenco: Michelangelo Albertazzi (Hellas Verona), Senad Lulic (Lazio), Marco Silvestri (Cagliari), Paulo Sergio Bettanin (Livorno), Christian Abbiati (Milan), Miguel Angel Britos (Napoli), Esteban Cambiasso (Inter), Nicolo Cherubin (Bologna), Daniele Conti (Cagliari), Blerim Dzemaili (Napoli), Marcelo Estigarribia (Atalanta), Marcello Gazzola (Sassuolo), Leandro Greco (Livorno), Juan Manuel Iturbe (Hellas Verona), Alessandro Longhi (Sassuolo), Stefano Okaka Chuka (Sampdoria), Alessio Romagnoli (Roma).

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