Titolo giù di oltre l11%, oggi vietate le vendite allo scoperto
Gli obiettivi, specialmente quelli riguardanti vendite e debito, sono eccessivamente ottimistici. Su questa base gli analisti, vedi in particolare Equita ed Exane, hanno accolto con freddezza il nuovo piano industriale di Sergio Marchionne, il primo di Fiat Chrysler Automobiles. Tutto il contrario, ovviamente, di politici e sindacati tricolori, la stragrande maggioranza dei quali ritiene che il gruppo delle quattro ruote resti produttivamente attaccato al Belpaese. E così a Milano, il Lingotto, in una seduta peraltro in media non facile per la Borsa, non ha trovato rivali nella corsa alla maglia nera del Ftse-Mib (vedere grafici a pagina 26). Alla fine, il calo è stato dell11,68%, con chiusura a 7,48 euro e lonta della sospensione per eccesso di ribasso. La variazione è stata tale che alla Consob non è restato, applicando il regolamento, che vietare per oggi le vendite allo scoperto sul titolo. In breve, il progetto che il manager italo-canadese ha svelato due giorni fa ad Auburn Hills, quartier generale della Chrysler, contempla quanto segue. Tra lesercizio corrente e il 2018 Fca si prevede di vendere 7 milioni di auto, contro i 4,4 milioni dello scorso anno. Il debito, alla fine del piano, è previsto in discesa tra i 500 milioni e il miliardo di euro. Gli investimenti nellarco di piano saranno pari a oltre 50 miliardi, ovvero superiori alle attese della vigilia. Di quella cifra, 5 miliardi andranno allAlfa Romeo, possibile perno del rilancio in Europa, che da semplice marchio diventerà una società autonoma, e 2 miliardi alla sola Maserati. Forse prevedendo reazioni contrastanti, quanto meno dai mercati, il presidente del gruppo John Elkann e Marchionne hanno spedito ieri una lettera aperta ai propri dipendenti. «Questo è un piano coraggioso e di rottura, è un piano che parla di impegno e di ambizione per Fiat Chrysler Automobiles nel mondo», si legge nella missiva. «Il 6 maggio 2014 rimarrà una data importante perché, per Fiat Chrysler Automobiles e per tutti noi, rappresenta linizio di uno di quei salti evolutivi». E ancora: «E stata una giornata che abbiamo atteso per lungo tempo, fin da quando il sogno di integrazione tra Fiat e Chrysler ha iniziato a prendere corpo cinque anni fa». Perché «ci sono dei momenti nella vita di un individuo, come in quella di unorganizzazione, in cui si compiono dei salti evolutivi. Sono i momenti più importanti, perché ti spingono ad adottare una prospettiva diversa su te stesso e sul tuo futuro, ti danno la forza per cambiare in modo radicale la tua vita e per migliorarla». Infine, non manca la metafora con cui Marchionne ha presentato a Detroit tutto il proprio lavoro. «Il piano quinquennale disegnato per Fca non rappresenta semplicemente un nuovo capitolo», ribadiscono Elkann e lad. «Quella che abbiamo appena aperto è la prima pagina di un libro completamente nuovo. Per la prima volta ci siamo presentati al mondo non come due grandi aziende che condividono una partnership. Ci siamo presentati come unentità unica, come il settimo costruttore del mondo, con un team di leader unito, con ambizioni e obiettivi comuni. Ci siamo presentati come unorganizzazione globale fatta di 300mila persone che credono in un progetto di valore e intendono dare il meglio di sé stessi per realizzarlo». Una seduta a distanza di mental coaching di massa, insomma.