«Adeguamenti strutturali imposti dove non servono»
Doveva rottamare la vecchia classe politica e imprimere una decisa svolta, ma si comporta esattamente nello stesso – perlomeno discutibile – modo. Stiamo parlando di Renzi, che nel tour elettorale in giro per lItalia ieri ha toccato anche le zone devastate dal tremendo sisma di due anni fa. Tantissimi elogi e complimenti ai terremotati, ma nessun aiuto concreto. Esattamente come i suoi predecessori Mario Monti ed Enrico Letta, passati da quelle zone durante il loro mandato senza lasciare nulla, a parte le promesse. Figuriamoci la no tax area, invocata dalla totalità dei cittadini e respinta con virulenta fermezza fin da subito dal centrosinistra capeggiato dal Commissario straordinario Vasco Errani. E il segretario Pd è della stessa parrocchia. La scusa è sempre la stessa: non vuole lEuropa. Ma non regge più. Anche (ma non solo) per questo ieri è stato duramente contestato dai terremotati, che la pazienza lhanno finita da tempo. E non potrebbe essere altrimenti vista la situazione. Fischi e cartelli polemici sono apparsi appena cominciato il comizio in Piazza Grande, a cui erano presenti anche il segretario regionale Pd Stefano Bonaccini, la capolista alle europee al Nord-est Alessandra Moretti e il candidato sindaco Gian Carlo Muzzarelli. «Vergogna andate a trovare i paesi alluvionati», recitava un cartello. «Fiumi in sicurezza subito», diceva un altro. E ancora: «Commissario delegato allemergenza idrogeologica. Chi lha visto?». Non sono naturalmente mancati i fischi dei vari comitati e persino gli insulti pesanti, irripetibili. Il premier ha tentato di reagire: «Il Pd non ha paura della piazza perchè la piazza è casa sua. I fischi li fa chi non ha idee». Addirittura ha provato a rivendicare «quanto fatto» per il post-terremoto dicendo ai contestatori: «Se volete dare voce ai fischi svolgeremo anche questa funzione sociale di accogliere il vostro fischio trasformandolo in canto e speranza». Ma sul terremoto Renzi ha rivendicato una attenzione fin dai primi minuti: «Siamo stati a Finale Emilia quando non ci andava nessuno, a portare aiuti». Poi ha ricordato i 210 milioni del decreto sul terremoto, «che non sono un obolo, sono un riconoscimento, peraltro ancora parziale». E ancora, prendendo di mira i «disfattisti» e «rassegnati»: «La grande lezione è che di fronte alle difficoltà ci si rialza più forti di prima, questa è lEmilia e questo è quello che abbiamo imparato». Bordate arrivano anche da Elisabetta Aldrovandi, portavoce del Comitato No Tax Area per la Bassa: «Renzi è andato a sorpresa a Medolla. Nessuno ne sapeva nulla, se non allultimo minuto. Ovvio. Mica lo poteva sapere, la gente, che veniva. Renzi è venuto per i fans, non per i terremotati che chiedono diritti e giustizia. Ha parlato solo ai sindaci del cratere. Perchè non ha parlato ai terremotati? Paura dei fischi. Il premier vende fumo. Adesso che il Pd ha pure votato per depenalizzare lo spaccio delle droghe leggere, ne può regalare a tonnellate. Di fumo». E poi la conclusione sarcastica: «Ma cosa è venuto a fare? Errani ha detto che è tutto a posto, quasi tutti i terremotati sono rientrati in casa e i cassaintegrati hanno ritrovato tutti lavoro. E che 4 miliardi di contributi sono già stati stanziati. La visita è stata dunque inutile…».