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La pesante crisi? Si sconfigge con creatività, professionalità e voglia di fare In via Carteria cinque nuovi negozi sfidano le forti difficoltà del commercio


    Gli architetti Francesca Novi, Chiara Gibertini e Luana Ottani ci aprono le porte di ‘CarteriA+ architettura & design’

    Creatività, professionalità e voglia di fare per superare di slancio la crisi. È la ricetta che una quindicina di imprenditori modenesi – in grande maggioranza donne – stanno usando in Via Carteria, dove in un fazzoletto di metri e nel giro di pochi giorni hanno aperto ben cinque negozi ‘dedicati’ ad architettura, abbigliamento, grafica, comunicazione visiva e design. Un piccolo-grande miracolo in una città dove le attività commerciali – di ogni dimensione e categoria – muoiono come mosche ai primi freddi. Al numero civico 38, ha sede ‘CarteriA+ architettura & design’ di Francesca Novi, Chiara Gibertini e Luana Ottani che con questo spazio intendono supportare privati e aziende nell’allestimento di eventi, mostre e congressi e per realizzare la propria casa in maniera unica. Lo spazio vuol essere un’officina-vetrina: un coworking progettuale combinato con una esposizione temporary di oggetti di design, sistemi di illuminazione, finiture di interni, mobili prodotti artigianalmente, complementi di arredo realizzati con tessuti di recupero o vecchie tirelle da tappezziere. Tra le proposte: ambiente di design con materiale naturale, vivaio per giovani talenti, programma di eventi serali e pomeridiani, temporary shop, collaborazioni con Mediando sul progetto RiMediando – Evasioni di stile (laboratorio di sartoria e moda creativa con l’utilizzo di personale femminile proveniente dal carcere). «Dopo anni di esperienza alle nostre spalle ci siamo guardate negli occhi ci siamo dette: se non ci si mette in gioco adesso, quando lo si fa? E ci siamo buttate in questa emozionante avventura». Inizia così Francesca Novi a raccontare, con il sorriso stampato sulla bocca e gli occhi ridenti, come è nata l’idea di realizzare il progetto. «Siamo tre architetti – si fa quindi seria ed entra nel dettaglio – e ci dedichiamo alla nuova edilizia e a ristrutturazioni di ogni genere di interior e industrial design. Lavoriamo anche nel campo delle riqualificazioni energetiche e dell’architettura del paesaggio. Umanamente siamo molto simili, professionalmente ci troviamo molto bene insieme: condividiamo gusti e interessi. Da tempo fantasticavamo sull’idea di avere un ufficio da condividere, fino a che abbiamo preso la decisione di provarci e fare il grande passo». E via Carteria «era una opportunità che dovevamo assolutamente cogliere». «Sono 13 anni che lavoriamo per studi di progettazione – ci tiene a sottolineare – e quindi abbiamo le spalle abbastanza forti…». Lo spazio negli anni scorsi – prima di essere abbandonato – era una lavanderia, «e quindi c’è stato parecchio da lavorare per farlo diventare come volevamo noi. Anche perchè questo è il nostro biglietto da visita principale, e quindi lo volevamo proprio ‘ad hoc’. Problemi con la burocrazia? Fortunatamente no: è pane di ogni giorno fare le pratiche edilizie!». «Il target – aggiunge – sono coppie, famiglie, ma anche proprietari di ristorante e locali pubblici. Il nostro obiettivo è far capire a tutti che, anche se non si hanno grandi disponibilità economiche, con pochi tocchi e investimenti si può davvero trasformare una casa o una attività commerciale». All’interno di ‘CarteriA+ architettura & design’ c’è anche uno spazio «per gli artigiani e gli artisti che desiderano, gratuitamente, esporre le loro creazioni. In questo modo vogliamo dare un luogo a chi non può permetterselo ma ha opere da mettere in mostra alla città». Dentro il negozio l’affiatamento umano e professionale è grande, ma anche fuori, lungo via Carteria, si respira un bel clima: «Si sta creando una bellissima sinergia tra i vari negozi – conclude Francesca -, ci si aiuta in ogni modo. In fondo, siamo tutti accomunati dalla stessa voglia di fare, dalla creatività e dalla convinzione che da questa crisi nascono opportunità da saper cogliere al volo. E via Carteria è una di queste». nLuca Soliani

    Il talento per superare gli ostacoli


      La nostra inchiesta della settimana è incentrata sulla voglia di emergere dalla crisi e dalle difficoltà che attanagliano il territorio modenese. Voglia di emergere basata su creatività, professionalità e voglia di fare. Emblema di questa rinascita è via Carteria dove, la scorsa settimana, hanno inaugurato cinque negozi ‘dedicati’ ad architettura, abbigliamento, grafica, comunicazione visiva e design. Nella prima puntata abbiamo intervistato le titolari di ‘Signorina Felìcita, creazioni emozionali’ – una bottega di produzione, esposizione e vendita di abbigliamento e accessori in cui si utilizzano tessuti e capi vintage come punto di partenza – che ci hanno spiegato la loro esperienza. Abbiamo quindi sentito i titolari del negozio di abbigliamento ‘Undici’. In questa seconda puntata riportiamo l’analisi del presente e i progetti dei tre architetti che hanno aperto ‘CarteriA+ architettura & design’. Con Marco Mango – titolare di ‘Galleria 42 contemporaneo’, da ormai due lustri nella via – abbiamo quindi fatto il punto della situazione sul recente passato della strada e sulle importanti ipotesi per il futuro.

      POLITICA E CULTURA


        Meno fondi per gli spettacoli musicali

        Si apre con un grido d’allarme la stagione del teatro comunale


          Il direttore Aldo Sisillo contro le misure del governo

          Non ha risparmiato critiche al recente decreto ‘Salva cultura’ del governo Letta il Maestro Aldo Sisillo, direttore del Teatro Comunale di Modena, parlando ieri mattina ai giornalisti nella conferenza stampa di presentazione delle prossime stagioni musicali dell’Opera lirica, del Musical e dei Concerti: 75 milioni di euro stanziati in favore dei teatri ‘non virtuosi’, i teatri che alla lettera «buttano i denari dalla finestra, incapaci di amministrare oculatamente finanze e risorse», mentre gli enti teatrali probi e ben gestiti, come quelli di Modena, Venezia e Torino, continuano a essere penalizzati dai puntali tagli ai contributi ministeriali, peraltro destinati solo ad alcuni eventi. «Un’autentica vergogna!» ha tuonato il direttore, seppur nei modi sorridenti e miti di un uomo avvezzo a mitigare le asprezze della vita con le armonie della musica. Una vergogna che acquista persino i tratti del ricatto se si considera che per accedere al milionario fondo stanziato dall’esecutivo gli enti teatrali sono costretti a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti. Una sorta di capestro in cui i direttori ‘virtuosi’ come Aldo Sisillo rifiutano, ovviamente, di infilare la testa… Crisi in corso, patto di stabilità dei Comuni e i tagli ai contributi statali di cui si diceva sopra hanno inevitabilmente inciso sulla tre stagioni del Comunale che inizieranno tra ottobre e novembre. Penalizzato, in particolare, è il programma dei concerti che passano da sette a cinque, ma con due appuntamenti fuori abbonamento di notevole spessore, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi (17 novembre 2013) e il Concerto della Memoria e del Dialogo (18 gennaio 2014), fortemente voluto e sostenuto dagli ‘Amici della Musica’ di Modena. Garantita su tutti i fronti, invece, la qualità artistica degli spettacoli proposti. Nella stagione operistica brillano i due allestimenti verdiani dei Vespri siciliani e del Simon Boccanegra che rientrano nelle celebrazioni per il bicentenario della nascita del compositore parmense. Beethoven sarà invece il protagonista della stagione concertistica, che chiuderà solennemente il 15 gennaio 2014 con l’esecuzione della Sinfonia n. 9 da parte della straordinaria Filarmonica ‘Arturo Toscanini’ diretta dal maestro giapponese Kazushi Ono, già applauditissimo l’anno scorso sulle note di Bartók e Wagner. Non mancherà il genere del musical a deliziare la platea modenese. Tre i titoli in cartellone: il freschissimo Spring Awakening, l’intramontabile My Fair Lady e Frankenstein Junior portato in scena dalla Compagnia della Rancia di Giampiero Ingrassia. nRoberta Iotti

          La profezia di Ziegler: «Arriveranno anche i punti»


            «Siamo delusi per i risultati, ma il gioco migliora. Le occasioni da gol le abbiamo create, solo che non la buttiamo dentro»: poche parole per un’analisi corretta, quelle di Reto Ziegler. Lo svizzero, però, non vuole alibi e inietta un po’ di consapevolezza al gruppo: «Manca un po’ di fiducia, ma non cerchiamo scuse: i giocatori buoni li abbiamo anche noi e stiamo capendo la Serie A. Io sono convinto che i punti arriveranno».

            Tegola Terranova sul Sassuolo Si ipotizza già un lungo stop


              L’infortunio al ginocchio pare grave. Si attende la diagnosi

              Una tegola serve per formare un tetto, quando questa piomba su un campo di calcio sono sempre dolori. Ieri, durante l’allenamento pomeridiano, è accaduto quello che nessuno dei tifosi neroverdi avrebbe mai voluto vedere: Emanuele Terranova ha subito un infortunio gravissimo. Il ginocchio destro si è girato, la sensazione è quella che possa essere qualcosa di grave, non c’è ancora nessuna notizia ufficiale in merito, ma la scena vista ieri al Ricci non è stata delle più piacevoli. Il colosso di Mazara del Vallo ha capito subito la gravità dell’accaduto urlando tutto il suo dolore, i suoi compagni di squadra si sono avvicinati e per tutti lo stesso gesto, le mani nei capelli. Una scena abbastanza raccapricciante per i presenti, ma soprattutto per i compagni di E:T, ora si attenderanno gli esami e quelli che potrebbero essere i tempi di recupero di uno dei pilastri della squadra che l’anno scorso ha vinto il campionato e ha assaporato la gioia della Serie A. In un solo colpo Di Francesco ha perso il suo miglior difensore, ma pure il rigorista della squadra. C’è da capire quanto tempo resterà fuori Terranova, la scena del campo è stata impietosa, qualcuno ha equiparato l’incidente del muro sassolese a quello accorso nella passata stagione al principe Diego Milito. Se così dovesse essere, la stagione del pretoriano di Don Eusebio sarebbe praticamente finita. Ieri sono stati fatti i primi esami, oggi se ne saprà molto di più e nel distretto ceramico tutti si augurano che non sia nulla di gravissimo ma un intoppo che si può recuperare in tempi normali. Per ora l’unica cosa certa è l’assenza nella sfida di domenica, e questo costringe il timoniere del Sasòl a dover ridisegnare la difesa, si va verso una coppia inedita formata da Acerbi e Rossini, ci sono pure Bianco e Marzorati che scalpitano per mettersi davanti al portiere che uscirà dal ballottaggio Pomini-Pegolo. Terranova mancherà pure nel gioco aereo, e dagli undici metri, a questo punto il nuovo rigorista dovrebbe essere Zaza, sono elementi da undici metri pure Floro Flores e Kurtic; due tegole uscite da un ginocchio e in un momento così difficile non ci voleva proprio questo intoppo. Facce attonite, sguardi bassi, atmosfera pesante, ma è già il momento di reagire, di mettersi con la testa sul manubrio a pedalare verso lo striscione su cui c’è scritto salvezza. Domenica il Sassuolo, Inter o non Inter, deve sbloccarsi, e deve farlo per uno sfortunato guerriero che potrebbe non godersi appieno l’intera stagione della Serie A. Se all’ex Giglio dovesse arrivare la prima vittoria stagionale, la dedica di tutti sarà certa. Nel distretto ceramico la notizia dell’infortunio di Terranova ha fatto velocemente il giro, la speranza comune è quella che non sia nulla di gravissimo ma recuperabile in un breve lasso di tempo. Si attendono gli esami e non una mazzata. Extra Terrestre torna presto, la serie A attende le tue magie in terzo tempo e i rigori pregiati. nGilberto Anceschi

              Berardi-Schelotto, è un incrocio di destini


                Il primo, juventino in pectore, è squalificato per un turno ancora Un forfait che potrebbe portare al debutto dal 1’ dell’argentino

                Potrebbe essere un incrocio di destini, una di quelle situazioni stile sliding doors, con le porte che si chiudono per qualcuno e si aprono per altri. Domenico Berardi ed Ezequiel Schelotto, chi per un motivo chi per un altro, pagherebbero forse di tasca propria per giocare la partita di domenica contro l’Inter. Berardi, juventino in pectore, smania dalla voglia di debuttare in A dopo lo stop forzato, e ben sa come l’Inter stia alla Juventus come Jocker stia a Batman, e pertanto è al corrente che, in caso di rete, farebbe felici sia i suoi tifosi attuali, quelli neroverdi, che quelli futuri, i bianconeri, nell’occasione travestiti da gufi. Eppure, le sue speranze sono da declinare al condizionale dell’impossibilità: smanierebbe dalla voglia di debuttare e di segnare. Ma non gli accadrà, perché la giornata di squalifica aggiuntiva – colpa di quella storiaccia della mancata risposta alla convocazione con l’Under 19 lo scorso maggio – ha ritardato ancora un po’ il suo rientro, portando a quattro i turni ai margini. Un peccato, perché c’è da scommettere che un Berardi disponibile possa essere considerato da Di Francesco già un titolare, o quantomeno una valida ipotesi. Domenico non ci sarà, s’è detto, e allora (anche) il suo forfait potrebbe infine aprire la strada della presenza in campo dal 1’ ad un altro ragazzo che non vede l’ora di sfidare l’Inter: Schelotto, infatti, dai nerazzurri è stato sbolognato come il peggiore dei mali, anche perché a tutti gli effetti a Milano ha deluso, ma proprio per questo vuole prendersi una rivincita. E così, lui che sinora è sceso in campo solamente per una ventina di minuti nella sfida contro il Verona, domenica potrebbe debuttare come titolare, nel 4-3-3 o, potenzialmente, anche in un 4-4-2 che oggi non è da escludere. Ci fosse Berardi, sicuramente avrebbe qualche possibilità in meno, al netto delle differenze tecnico-tattiche che esistono fra i due, ma tant’è: il giovane talento calabrese sarà ancora in tribuna a riflettere su quella scellerata decisione, a maledire un esordio che tarda ad arrivare con uno stop che si allunga, beffardamente, proprio in una sfida che avrebbe potuto rilanciarlo. Schelotto, da par suo, pensa anch’egli al rilancio, ma in maniera diversa: ha qualcosa da dimostrare e, sebbene dica che per lui sarà una partita come le altre, è il primo a sapere che no, in fondo non è davvero così. (re.sp.)

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