Quella che era solo un’ipotesi sembra essere diventata una certezza: il Covid-19 è partito dagli animali vivi venduti nel mercato di Wuhan, in Cina, alla fine del 2019. Questa la conclusione a cui sono approdati gli autori degli studi pubblicati in 2 articoli sulla rivista Science. L’analisi, che ha coinvolto esperti di diverse nazionalità, esclude l’ipotesi della manipolazione e della fuga di Sar-Cov-2 dai laboratori di ricerca e trova un’ulteriore conferma nell’origine della pandemia proprio nel mercato cinese dove venivano venduti procioni, volpi e altri mammiferi sensibili al virus. Gli studi hanno ricostruito le prime fasi della pandemia, concentrandosi sulla distribuzione dei primi casi noti ed esaminando il modello geografico dei contagi. In questo modo le analisi hanno mostrato come i casi erano concentrati attorno al mercato di Wuhan.  Mancano i riscontri del contagio sugli animali, ma le tracce del virus, che solo in Emilia Romagna ha causato il decesso di oltre 17 mila persone, sono state rilevate in una bancarella e in diversi campioni di acqua proveniente dalla struttura. Segno che il passaggio di Sars-CoV-2 nell’uomo è avvenuto proprio lì. Il secondo studio ha invece ricostruito l’albero genealogico del virus risalendo ai primi due lignaggi. E il cammino a ritroso dei ricercatori è riuscito a determinare che il Covid è stato probabilmente trasferito per la prima volta dall’animale all’uomo tra il 23 ottobre e l’8 dicembre.