Anche il secondo sospettato intorno al caso della morte di Alessandro Gozzoli si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giovane rumeno è arrivato a Roma alcuni giorni fa dopo essere stato fermato a Londra, nel quartiere di Wembley. Sentito in videocollegamento dalla capitale, a causa di difficoltà tecniche incontrate per il trasferimento nella nostra città, il 21 enne ritenuto complice nell’omicidio del consulente del lavoro ha deciso di non parlare. Una dinamica del tutto simile a quella del suo connazionale, di 20 anni, arrivato invece nel carcere di Modena a metà maggio. Entrambi devono rispondere di omicidio volontario, rapina e indebito utilizzo di carta di credito. La matassa intorno a quello che è stato ribattezzato “il giallo di Casinalbo”, è ancora da sbrogliare, ma si fa sempre più largo l’ipotesi di un gioco erotico finito male: Gozzoli è stato trovato sul suo letto con mani e piedi legati e la morte, sarebbe stata causata da asfissia. I due sospettati, avrebbero allora messo a soqquadro la casa, preso l’auto della vittima – poi ritrovata a Bologna – e la sua carta di credito, che avrebbero utilizzato più volte. I legali dei due giovani stranieri, prima di definire la strategia difensiva, dovranno ultimare la visione di tutti gli atti e non escludono la possibilità di richiedere un incidente probatorio