Gli indizi raccolti non raggiungono quel grado di gravità che giustifica un’ordinanza cautelare, così l’avvocato difensore di Mohamed Gaaloul, il 29enne tunisino, principale sospettato dell’omicidio, ora al Sant’Anna di Modena, ha motivato la richiesta di scarcerazione presso il Tribunale delle Libertà di Bologna, depositata ieri. Entro due settimane il Tribunale dovrà esprimersi. Contraria alla scarcerazione la Procura che conferma di aver raccolto nei riguardi dell’uomo indizi chiari di colpevolezza. Intanto si fa strada il mistero di una Mito Alfa Romeo bianca che la notte tra il 17 e il 18 novembre scorso è stata ripresa dalle telecamere private di un’abitazione in zona, tallonare da vicino, per tre minuti, la Ford Fiesta di Alice, accertata con sicurezza dal numero di targa illuminato proprio dai fari dell’auto che la stava seguendo. È avvenuto tra le 5.12 e le 5.15 circa quando l’auto di Alice si era immessa nuovamente sulla Provinciale dopo essere rimasta ferma un’ora sulla sponda di un canale non lontano da dove poi la giovane donna fu ritrovata cadavere. La Mito bianca, sbucata sulla provinciale, sembra seguire la Ford Fiesta per un tratto di strada, dall’incrocio con via Forella. Dopo quei tre minuti in cui le due auto hanno proceduto a pochissima distanza, la Mito svolta a sinistra e sparisce dalla vista delle telecamere. Tante le domande che questo nuovo elemento ha provocato negli investigatori, la prima fra tutte se in quell’ora sull’argine fosse maturato l’omicidio e chi era al volante della seconda auto. È possibile fosse un complice chiamato ad aiutare l’omicida a sbarazzarsi del corpo della povera Alice? Ma c’è un ulteriore cono d’ombra che è emerso dalle indagini. Il telefono della vittima alle 4.50 ha avviato la ricerca di un paese del mantovano, nei pressi di Poggio Rusco. A risiedere nel mantovano, a San Giovanni del Dosso è il fratello dell’indagato.