Gli agricoltori modenesi preoccupati per il dilagare della cimice asiatica che crea problemi ai raccolti, rendendo la frutta non commerciabile. È in corso uno studio con l’Università di Modena e Reggio per trovare un rimedio a lungo termine

Non solo caldo e siccità, ma uno dei maggiori problemi degli agricoltori nell’estate 2015 continua ad essere rappresentato dalla cimice asiatica, soprattutto perché non si trova ancora una soluzione di contrasto a lungo termine. A parte il caratteristico cattivo odore emesso, questo tipo di cimice è innocuo per l’uomo e gli animali, mentre il pericolo è per le piante, poiché questo insetto si nutre di un’ampia varietà di specie coltivate, determinando spesso gravi conseguenze su tutte le piante da frutto, vite, ortaggi, leguminose, cereali e numerose piante ornamentali. I danni vanno dallo sviluppo stentato delle piante, alla maturazione precoce dei frutti, a deformazioni e colorazioni anomale che rendono la merce non commerciabile. La cimice è stata segnalata per la prima volta nel nostro territorio nel 2012, ma solo durante l’estate 2015 è cresciuta in modo esponenziale, causando danni alla produzione agricola soprattutto nella provincia di Modena. Per fronteggiare questa nuova emergenza, il Servizio fitosanitario regionale ha già concesso alcune deroghe agli agricoltori per poter impiegare, nel rispetto delle regole e della salute dei consumatori, prodotti dotati di una adeguata attività di contrasto nei confronti della cimice asiatica. È inoltre in corso uno studio in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio per individuare strategie di controllo sostenibile che vadano oltre la fase tampone iniziale.