Selezionare gli operatori esclusivamente in base a un’offerta di prezzo è una scelta che va in conflitto con il mandato solidale dei cittadini donatori. È questa la posizione espressa da HUMANA People to People Italia rispetto ai nuovi bandi gara pubblicati da HERA

I nuovi bandi pubblicati da Hera per l’affidamento del servizio di raccolta differenziata e di recupero abiti usati generano delle perplessità. I dubbi sono stati sollevati dall’organizzazione Humana People to People che sostiene che selezionare gli operatori aggiudicatari del bando in base ad una offerta di prezzo più alta è una scelta che non concilia con gli obiettivi di solidarietà dell’iniziativa stessa. Secondo la Presidente dell’organizzazione umanitaria nata nel 1998, dover dare tanti soldi a HERA e ai Comuni rende difficile, se non impossibile, affrontare prima i costi operativi e poi generare risorse per la solidarietà. Negli ultimi 5 anni, dal 2013 al 2017, grazie ai suoi 358 contenitori presenti nel bacino servito da HERA, HUMANA People to People Italia è riuscita a raccogliere più di 14 milioni di capi di abbigliamento la cui vendita ha garantito il salario a 6 lavoratori locali e ha consentito anche il pagamento di 3 anni di collegio magistrale a 61 giovani aspiranti maestri dell’Africa Subsahariana. In buona sostanza quindi secondo l’organizzazione umanitaria, con i bandi adottati da Hera la raccolta di abiti usati rischierebbe di perdere la sua funzione di solidarietà a discapito del profitto del quale beneficerebbe solo la multiutility.