Prima o poi la Diocesi di Modena-Nonantola e quella di Carpi si fonderanno. Ci sarà tra loro “un trattino” e questa diventerà con il tempo “una cosa scontata”: a dirlo è il presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi. La fusione delle diocesi, tema molto dibattuto, è stato al centro del ragionamento del cardinale espresso durante un convegno. “Il campanilismo è più forte di qualunque perimetro”, afferma in premessa l’arcivescovo, ma allo stesso tempo “non avendo più parroci, perché la fabbrica c’è ma per adesso manca la materia prima ci sono delle parrocchie che necessariamente vanno insieme “. Ulteriori difficoltà nascono perché le parrocchie possono avere due consigli pastorali distinti o anche per una diversa gestione dell’economia. Su quest’ultimo fronte, se c’è qualche problema, sottolinea il cardinale “facciamo conto che, in una parrocchia sono stati più formiche e nell’altra molto più cicale, non esiste dialogo, perché poi il portafoglio condiziona parecchio”. Il presidente della Cei evidenzia quindi come nel cuore dell’Emilia, proprio tra Modena e Carpi, ci sia un problema legato al fatto che la diocesi di Carpi ha lo stesso vescovo di Modena, ovvero Monsignor Erio Castellucci. “Lo stanno denunciando per bigamia” scherza Zuppi. Il cardinale sostiene la convinzione che le diocesi vadano unite: pur sapendo che “il campanilismo” ha il vantaggio di legare affettivamente i fedeli alle parrocchie, “il locale e l’universale – conclude il cardinale – richiedono l’uno l’altro”.