Nel video l’intervista a Davide Zanasi, Unione Campanari Modenesi “Alberto Corni”

Una convenzione che riconosce le campane e i campanili di Modena come un patrimonio storico da tutelare. Il documento che coinvolge tra gli altri il Comune, la Soprintendenza, il Servizio Opere pubbliche ed Edilizia Storica, i Musei Civici e soprattutto l’Unione Campanari Modenesi “Alberto Corni” mira alla valorizzazione e alla difesa nel tempo di un tesoro culturale storico: quello delle campane e dell’arte del suonarle. Dal punto di vista materiale, al centro della convenzione c’è il patrimonio campanaro storico del comune, che conta la collezione di campane antiche dei Musei Civici e quelle contenute nelle chiese di San Barnaba, Sant’Agostino, nel Tempio Monumentale, nella chiesa del Voto, San Biagio e nella Ghirlandina. L’amministrazione, si legge nel documento, si impegna alla loro cura, tutela e valorizzazione in sinergia con l’Unione Campanari Modenesi “Alberto Corni”. Quest’ultima in particolare, ha il compito di garantirne la cura e la manutenzione, informando il Comune di ogni problema riscontrato e delle opere necessarie alla loro cura, sempre in collaborazione con la Soprintendenza. L’Unione Campanari Modenesi, guardiana di un’arte che si tramanda da secoli, sostiene che tanto è il lavoro da fare per permettere ai musicisti dei giganti di bronzo di tornare sui campanili del Comune: al momento solo il Tempio risulta accessibile a loro. La firma della convenzione segna però l’avvio di un lavoro che potrà riportare la maestria dei campanari anche sulle altre torri