Ricavi in calo di oltre il 50% per il 70% delle imprese modenesi del terziario in questo ultimo mese dopo la fine del lockdown. E’ solo uno dei tanti dati preoccupanti che emergono da un’indagine di Confcommercio Modena sul 215 imprese del terziario. “Un quadro drammatico” lo ha definito il presidente provinciale Tommaso Leone, “nel quale non si possono aspettare i soldi promessi dall’Europa o assistere ad ulteriori dibattiti, serve un piano di misure non più differibile”. Quella seguita al 18 maggio è una ripresa molto lenta stando alle risposte degli intervistati. Per far fronte alle necessità finanziarie non rinviabili (affitti, utenze, manutenzioni, fornitori), le imprese hanno fatto ricorso a risorse proprie o hanno chiesto uno dei finanziamenti garantiti dallo Stato introdotti con il Decreto Liquidità. Gran parte del campione boccia senza appello le misure varate dal Governo a sostegno del mondo delle imprese, che per il 65% sono state insufficienti. Stesso giudizio negativo per quelle messe in campo per affrontare l’emergenza sanitaria: solo una quota inferiore ad un terzo delle imprese li ritiene infatti adeguati. Il voto più basso spetta però ai Comuni, le cui misure per il 60% delle imprese non sono state adeguate. Gli imprenditori chiedono al Governo soprattutto il taglio delle tasse e della burocrazia, maggiori contributi a fondo perduto, più crediti di imposta e incentivi. Solo il 19% auspica che gli ammortizzatori sociali vengano confermati anche nel 2021. Nonostante tutto l’incertezza sul prossimo futuro non fa perdere la fiducia sulla possibilità di superare questo periodo di crisi: il 48% non ha dubbi di poter “scollinare”.