Un paese sotto choc per la tragedia che si è compiuta, sembrerebbe nel tardo pomeriggio di martedì scorso soprattutto per la convinzione che tra i due si fosse instaurata una forte amicizia. Sembravano padre e figlio, qualcuno li ha descritti così. In questa ottica ogni nuovo elemento procura a parenti ed amici incredulità. Sembra infatti, dai primi rilievi effettuati nella casa in cui si è consumato l’omicidio suicidio, che tra i due uomini fosse divampata una lite furiosa tanto da lasciare all’interno dell’appartamento tracce evidenti come oggetti rotti e tracce di sangue anche sulla scala che dal piano terra conduce al secondo piano dell’abitazione del 77enne Claudio Belloi, tra viale Belvedere e via Trieste. Poi, come sarebbe già emerso, il 77enne avrebbe preso la pistola che deteneva legalmente e avrebbe sparato al 48enne per poi rivolgere l’arma su sé stesso. Totalmente sconosciute ancora le motivazioni che hanno provocato il dramma, anche se l’ipotesi più accreditata sembra essere quella economica. Tra i due uomini da qualche tempo si era creata una sorta di alleanza, da una parte il 77enne avrebbe concesso al Bordone di vivere in uno dei suoi appartamenti, dall’altra il 48enne si impegnava ad eseguire lavori di manutenzione e faccende quotidiane perché Claudio Belloi, con la fine della relazione con una donna rumena, era da poco tornato single e non era in grado di gestire tutto da solo. Quello che forse non conosceva era il pesante passato che il Bordone si trascinava dietro. Pregiudicato con condanne pesanti per rapina, avvenute nel riminese dove viveva con la famiglia e sembra che fosse anche un malvivente violento nel consumare i reati. Il 48enne è stato visto l’ultima volta martedì mattina mentre faceva manutenzioni in una delle case di proprietà del 77enne, davanti al cimitero di Serramazzoni. Poi tutto si tinge di giallo.