Nel video le interviste a:

-Laura Ambrosini, Erede di Carlo Prina

-Marzia Luppi, Direttrice Fondazione Fossoli di Carpi

Lettere e documenti ufficiali testimonianza di un passato che non si può dimenticare. Pagine che contengono righe cariche di paura e orrore e che riescono a condensare e far trasparire tutta la brutalità di quei tempi. Voci e vite che le barbarie naziste non spegneranno mai. Tra queste c’è quella di Carlo Prina, matricola 1609, inviato al Campo di Fossoli il 9 giugno del 1944 e prima vittima della strage del poligono di tiro di Cibeno del 12 luglio dello stesso anno. Carlo Prina venne ucciso perché all’indomani dell’Armistizio si rifiutò di combattere a fianco dell’esercito tedesco e cominciò a reclutare giovani per le formazioni partigiane. La sua vita e la sua battaglia faranno parte per sempre di una delle pagine più nera della nostra storia. Gli eredi di Carlo Prina hanno deciso di donare alla Fondazione Fossoli un carteggio, un corpus di lettere e fotografie, indirizzati alla famiglia e agli amici. Una testimonianza dolorosa, ma anche un patrimonio importante per non dimenticare.

78 anni fa le truppe sovietiche solcavano i cancelli di Auschwitz, trovando e svelando al mondo gli orrori della Shoah. Era il 27 gennaio 1945. Ancora oggi tutto il mondo ammutolisce di fronte alle atrocità, precise, programmate, dietro alla deportazione e allo sterminio. Una fabbrica di morte che portò alla scomparsa di 15 milioni di persone. Le parole scritte da Carlo Prina insieme a quelle di altre importanti donazioni di carteggi ricevuti dalla Fondazione Fossoli, servono proprio a questo: a non dimenticare mai la storia.