Da oltre 40 anni, le ex Fonderie Riunite di Modena hanno cessato di funzionare, ma non hanno mai cessato di far notizia. Per le polemiche con i residenti e per i tanti progetti di riqualificazione dei 43.000 metri quadrati complessivi dell’area, fino all’attuale progetto DAST, per la creazione del Distretto per l’Accelerazione e lo Sviluppo della Tecnologia, un polo per l’innovazione nel campo dell’automotive. Un progetto in fase avanzata di realizzazione, ma che ora corre il rischio di essere bloccato dal possibile taglio al finanziamento di 13 milioni e 200mila euro – su un intervento totale di 17 milioni -, provenienti dal PNRR, (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), uno degli investimenti che il governo-Meloni avrebbe proposto, già da mesi, di stralciare. Dal Comune di Modena, tuttavia, fanno sapere che non è giunta alcuna comunicazione ufficiale di tagli al finanziamento, per cui i lavori stanno procedendo regolarmente, e il primo lotto, con il “Rettangolo del ‘900”, compresa la palazzina sede dell’Istituto Storico di Modena, dovrebbe essere terminato entro la primavera di quest’anno. Ma la “Spada di Damocle” del possibile ritiro dei finanziamenti del PNRR rischia di mandare a monte un progetto molto discusso e controverso, sul quale il Comune di Modena rischia davvero di perderci la faccia