Prima di diventare un imprenditore e un dirigente sportivo, Enzo Ferrari è un pilota che vive la fase pionieristica dell’automobilismo. Negli anni Venti corre per l’Alfa Romeo ottenendo risultati modesti e nel frattempo continua a coltivare la sua vera passione: costruire motori. Il definitivo passaggio dalla pista all’officina lo compie nel 1925 dopo la morte del suo amico e collega Antonio Ascari nel Gran Premio di Francia. Nel 1929 fonda la Scuderia Ferrari che si limita a costruire motori per l’Alfa Romeo. La scelta del marchio ricade su un cavallino rampante nero su fondo giallo. Si tratta di un simbolo esibito dall’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca durante la Prima Guerra Mondiale e che viene concesso a Enzo Ferrari dalla famiglia dell’aviatore. Nel 1950 Enzo Ferrari si iscrive alla prima stagione assoluta di Formula 1 e rimane l’unico costruttore ad aver partecipato a tutti i campionati fino a quel momento disputati. Nelle prime due stagioni prevale l’Alfa Romeo, nei due anni seguenti invece domina su Ferrari Alberto Ascari, che perderà la vita a 36 anni nel 1955 (stava testando una Ferrari 750) dopo essere passato alla Lancia un anno prima. Devastato, Enzo Ferrari decide in quel momento di non legarsi più ai piloti che corrono per lui (non sempre ci riuscirà) e anzi inizierà a metterli uno contro l’altro pur di ottenere il massimo da loro. Enzo Ferrari se ne va a 90 anni nel 1988, nel pieno della crisi di risultati della sua Scuderia. Poco prima della sua morte permette che la Fiat passi dal 50 al 90% delle quote della società. Ferrari saluta tutti quando è uno degli italiani più conosciuti al mondo e la sua fabbrica è ormai parte dei libri di storia.