I cittadini aventi diritto saranno chiamati a votare, nella sola giornata del 25 settembre, per il rinnovamento della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Dopo le modifiche costituzionali dell’ottobre 2019, è stato ridotto il numero dei parlamentari in entrambi i rami del Parlamento, portando i deputati a 400 e i senatori a 200. Anche la legge elettorale è mutata. Per la prima volta tutti i cittadini maggiorenni potranno votare anche sulla scheda del Senato. Il Parlamento verrà formato con il voto che i cittadini esprimeranno su due tipi distinti di collegi: i collegi plurinominali, dove vige il meccanismo proporzionale che assegnano 392 seggi per la Camera e 122 per il Senato; i collegi uninominali che assegnano il restante 37% dei parlamentari e che vengono vinti dal candidato che prende, in un turno unico, anche solo un voto in più rispetto agli altri. Ma come si vota? Nella pratica, il 25 settembre gli elettori riceveranno due schede, una per la Camera e una per il Senato. Su ognuna ci sarà, per ogni coalizione, un candidato al collegio uninominale e, accanto a ogni simbolo, una breve lista bloccata di candidati che lo sostengono. Esistono tre casi di voto valido. È possibile mettere la croce sul simbolo della lista. In questo caso l’elettore vota al proporzionale per quel partito e all’uninominale per il candidato collegato a quella lista. Nel caso in cui l’elettore voglia votare per il solo candidato uninominale, può farlo sbarrando il nome dello stesso candidato. In questo caso il voto sarà ripartito proporzionalmente tra le liste che appoggiano quel candidato. Diversamente, si può votare il nome del candidato e il simbolo di un partito a lui collegato esprimendo la preferenza per il proporzionale. Per effetto della legge elettorale cade la possibilità di voto disgiunto: non si potrà quindi mettere la croce sul simbolo di un partito e una croce su un candidato appartenente a uno schieramento diverso. In questo scenario la scheda verrà automaticamente annullata. Lo stesso vale se la croce è apposte su due candidati uninominali o su due liste nella quota proporzionale.