La pioggia non smette di cadere e il fiume Panaro di salire. L’argine non ce la fa: cede e l’acqua diventa un incubo, così come fu nel 2014, quando l’alluvione gettò nella disperazione Bastiglia e Bomporto. Ieri, ad essere quasi completamente sommerse sono state le zone di Nonantola, Gaggio e Bagazzano. Da una distesa immensa di acqua che ha invaso le campagne sbucano solo alcune abitazioni. Saranno una sessantina le persone costrette a lasciare in balia della piena le proprie case, le proprie cose. Queste sono le immagini di via Viazza, area vicina alla stazione dei treni, a Castelfranco. Per i soccorritori, si sono rese necessarie le ruspe per raggiungere l’area più colpita e ripristinare la situazione, rafforzando l’argine e tamponando la fuoriuscita di acqua. A Gaggio i pompieri avevano allestito un temporaneo campo base nella zona delle scuole elementari, per dirigere tutte le operazioni e coordinare tutti gli uomini, anche quelli arrivati a supporto da altri territori. Date le previsioni, erano venuti in aiuto a Modena anche squadre da Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e Parma, ma si è alla fine reso necessario anche il supporto dei Vigili del Fuoco di Toscana e Piemonte, per un totale di circa un centinaio di persone in azione. Ma il Panaro non è stato l’unico fiume a fare paura. Anche il Tiepido, così tante volte visto e ignorato, nel via vai quotidiano dei modenesi, esonda e sommerge la Fossalta, a Modena. Questa è strada Curtatona, dove i Vigili del fuoco, con la Protezione Civile, sui gommoni sono intervenuti per mettere in salvo diverse famiglie. Anche qui, a perdita d’occhio, per le strade, nelle attività industriali, nelle case: acqua e solo acqua. Tratti in salvo, i modenesi sono concordi: per ricordare un dramma così, la memoria deve andare indietro di anni.