Durante il Consiglio dei Ministri si è trovato il compromesso e il decreto con le nuove strette per contenere il Covid è passato all’unanimità. Così è stato approvato l’obbligo di vaccinazione per chi ha più di 50 anni e più precisamente per chiunque compia 50 anni entro il 15 giugno 2022. Per questa categoria di persone, particolarmente a rischio di contrarre i sintomi più gravi del Covid, sarà necessario mostrare il Super Green Pass e quindi la garanzia di guarigione o vaccinazione, sui luoghi di lavoro. Chi non si vaccina rischia una multa di 100 euro, mentre per i lavoratori che non presentano la certificazione verde rafforzata la sanzione va dai 600 ai 1500 euro. Questi ultimi avranno il divieto di ingresso in sede e rimarranno senza stipendio fino ad avvenuta vaccinazione. Questa regola, una delle principali emerse al termine del Consiglio dei Ministri, entrerà in vigore dal 15 febbraio e terminerà il 15 giugno. In merito non sono mancati dubbi e critiche, in virtù del fatto che gli esperti valutano l’arrivo del picco del contagio a gennaio, ritenendo così tardiva l’introduzione delle nuove strette. Strette che sono risultate più blande rispetto alla bozza uscita dalla cabina di regia: è infatti saltato l’obbligo di mostrare il Super Green Pass per accedere ai servizi alla persona come estetisti e parrucchieri, o in quei luoghi di attesa in cui è facile assembrarsi, come le banche. Per queste attività sarà sufficiente mostrare il Green Pass base, ottenibile anche con il tampone. Come detto, le regole approvate dal Consiglio dei Ministri hanno sollevato critiche. Aspre oggi quelle della Fondazione Gimbe, che parla di misure insufficienti, tardive e frutto di compromessi politici a ribasso che privilegiano l’esasperazione della burocrazia invece che una coraggiosa strategia di contrasto alla pandemia. La Fondazione rileva nell’ultima settimana un aumento del contagio del 153% e più di 60 province italiane con più di 1000 casi positivi ogni 100mila abitanti. Modena, di poco sotto, conta un tasso di contagiati settimanali di 945 ogni 100mila abitanti. In generale l’aumento dei ricoveri supera il 21% nelle terapie intensive, il 28 nelle aree mediche. E il picco non è ancora arrivato.