Con l’emergenza Coronavirus si fanno numerose le richieste per la Cassa integrazione in deroga. Ma come funzionano e a chi sono destinati gli ammortizzatori sociali, secondo quanto previsto dall’accordo sottoscritto nei giorni scorsi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, insieme ai firmatari del Patto del Lavoro? Chiarimenti in merito arrivano da viale Aldo Moro. Innanzitutto che alla cassa integrazione in deroga – dotata di un fondo di 38 milioni di euro per fronteggiare le ricadute economiche provocate dall’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus – possono accedere tutti i datori di lavoro privati, di ogni settore produttivo, che non abbiano accesso agli ammortizzatori ordinari. In attesa che vengano emanate dal Governo ulteriori disposizioni per il sostegno al reddito dei lavoratori sospesi dal lavoro, o la cui attività sia ridotta a causa dell’emergenza sanitaria, questo accordo, spiegano dalla Regione, permetterà l’utilizzo della cassa in deroga per tutti i lavoratori con qualsiasi tipologia di contratto di lavoro subordinato, compresi gli agricoli e i soci lavoratori di società cooperative che non abbiano a disposizione alcun altro ammortizzatore sociale. In particolare, possono accedere alla cassa integrazione in deroga i datori di lavoro privati che occupano da 1 a 5 dipendenti compresi e che non aderiscano ai Fondi di solidarietà bilaterale attivi; I datori che occupano da 6 a 15 dipendenti compresi e accedono al Fondo integrazione salariale, solo nel caso in cui non possano beneficiare dell’assegno di solidarietà; infine quei datori che occupano più di 15 dipendenti e accedono al Fis, solo se hanno già fruito dell’assegno ordinario nei limiti massimi previsti. Intanto, l’appello ai datori è sempre quello di attuare le misure necessarie al contenimento del contagio, sul piano dell’igiene e della regolamentazione degli spazi al fine di assicurare le misure di sicurezza tra i dipendenti.