Non smettono di stupire, in negativo, i dati sull’andamento economico del 2020. L’annus horribilis del Covid ha lasciato dietro di sé scenari mai visti prima, sia per quanto riguarda i crolli di fatturato delle aziende sia per la crisi del lavoro. Secondo un’ultima elaborazione dei sindacati sulla base dei dati ufficiali dell’Inps, in 12 mesi sono state 63 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate, il 1.121% in più rispetto all’anno prima. Tra i settori messi più in ginocchio, figura il commercio. Solo per queste attività sono state autorizzate quasi 8 milioni e 700mila ore. Per dirla in percentuale, l’aumento rispetto all’anno prima è stato superiore al 28mila per cento. Meno vertiginoso, ma comunque impressionante, l’aumento nell’ambito dell’industria, che segna il 993% di ore in più per un totale di 50 milioni. L’economia della nostra provincia e del Paese sperava che questi numeri restassero tali; invece, con il protrarsi della crisi del Covid, si sta ripetendo il triste copione del 2020. Il blocco generalizzato dei licenziamenti individuali e collettivi è stato prorogato per evitare una vera e propria emorragia di posti di lavoro. Lo stop è stato rinviato al 30 giugno per i lavoratori delle aziende che dispongono di Cig ordinaria e straordinaria e fino al 31 ottobre per le attività coperte da strumenti in deroga. Nel frattempo, le ore autorizzate continuano ad aumentare: a livello nazionale, nei primi due mesi di quest’anno sono state oltre 173 milioni.