La crisi produttiva legata alla pandemia, a Modena e provincia, cala rispetto a un anno fa ma non è ancora superata. Lo mostrano le ore di ammortizzatori sociali autorizzate dall’Inps nel periodo gennaio-ottobre 2021: su oltre 125 milioni di ore registrate in Emilia-Romagna, nel modenese se ne contano oltre 23 tra Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e cassa in deroga, cui vanno aggiunte tutte le ore di ammortizzatori sociali messe a disposizione dai fondi contrattuali. Sono i dati analizzati dalla Cgil di Modena, che quindi riassume: se rispetto a ottobre 2020 la cassa integrazione scende di 53 milioni di ore, emerge comunque una situazione “ancora distante dall’utilizzo fisiologico degli ammortizzatori della fase pre-Covid”. Nel 2019 infatti, l’uso di ore era attorno a quota quattro milioni. In sostanza, traduce la Camera del Lavoro, un utilizzo di oltre 23 milioni di ore in 10 mesi è pari a 14.000 lavoratori locali mai rientrati in produzione in tutto il 2021. Il calo rispetto al 2020 c’è, ma va a velocità diverse, aggiunge la Cgil: mentre è molto accentuato nei settori industriali, è molto più debole nel commercio e nel terziario. La crisi insomma colpisce soprattutto quegli ambiti che, terminati gli ammortizzatori sociali Covid, non hanno a disposizione nessun ammortizzatore standard, commenta Cesare Pizzolla, della segreteria Cgil, “rischiando così un forte impatto occupazionale con la perdita di molti posti di lavoro”. Secondo il sindacato è indispensabile arrivare velocemente a una riforma che metta in campo ammortizzatori sociali universali, in grado di coprire tutti i settori merceologici.