La Romagna ancora senza risposte è stanca di aspettare. Gli unici punti fissi ad ora sono i nuovi incontri tecnici e istituzionali per stabilire il percorso verso la ricostruzione; la prima data è il 24 agosto, mentre il 31 è atteso il vertice tra il commissario alla ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo, il presidente della Regione Bonaccini e le associazioni del Patto per il Lavoro; nel mezzo, l’insofferenza della popolazione alluvionata: stanno nascendo dal basso, in seno ai comitati cittadini, manifestazioni in piazza per chiedere di ripartire quanto prima. Sui social rimbalza a partire dal faentino l’invito a farsi sentire, il 26 di agosto, nelle piazze della Romagna per protestare contro la mancanza di fondi. La certezza delle risorse è stata lungamente al centro della polemica politica, portando a pochi frutti. Dopo i primi aiuti alle famiglie più colpite, ad oggi l’unica certezza è l’erogazione in tempi brevi dei fondi per le somme urgenze, da elargire ai comuni per dare respiro ai loro bilanci. Anche Modena attende queste risorse e guarda con apprensione all’inverno per le nuove ondate di maltempo che potrebbero aggravare le frane e le condizioni della viabilità in Appennino. Un quadro comunque non paragonabile a quello romagnolo, dove famiglie e imprese totalmente in ginocchio sono sempre più convinte di non poter più aspettare a rialzarsi: anche la speranza di una ripartenza estiva sembra essere naufragata; il mix di maltempo, benzina alle stelle e inflazione ha portato a una flessione del turismo in riviera