Udienza iniziata ma subito rinviata in tribunale a Modena per gli agenti di polizia locale di Sassuolo accusati di tortura. In apertura del dibattimento sia le difese che i pm hanno infatti posto la questione sull’incompetenza del giudice monocratico indicato dal Gip al momento del rinvio a giudizio. Per tutte le parti coinvolte devono essere i giudici del tribunale collegiale a occuparsi del dibattimento. Questo perché, la pena per il reato contestato, la tortura, può nel suo massimo superare i 10 anni di reclusione. Il giudice Centamore ha accolto la questione e il dibattimento è stato rinviato al 16 settembre. Sarà allora che il dibattimento prenderà davvero il via su un caso che ha scosso la comunità di Sassuolo. Era il 15 ottobre del 2021 quando, secondo la ricostruzione della Procura, i quattro agenti si sarebbero presentati al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sassuolo, dov’era stato portato il paziente straniero trovato a terra a causa di una grave crisi ipoglicemica. Stando al resoconto dell’accusa, nessun operatore sanitario in servizio presso la struttura avrebbe richiesto l’intervento della Polizia. Una volta di fronte al paziente gli agenti si sarebbero avvalsi di atteggiamenti molto violenti, incastrando le braccia dell’uomo alla barella, saltandogli sul torace e accusandolo di essere un tossicodipendente. Azioni che avrebbero causato all’uomo un forte e prolungato dolore fisico, dato che la condotta si sarebbe protratta per circa un’ora. Da qui, l’accusa di tortura. Secondo la difesa invece i quattro agenti, che hanno sempre rigettato tutte le accuse, sarebbero stati chiamati dal personale del Pronto Soccorso perché l’uomo era in forte stato di agitazione. La vittima, che ha dichiarato di non ricordare nulla di quei momenti a causa della sua crisi, si è costituita parte civile.