Con l’avvicinarsi del monitoraggio Covid nazionale settimanale si fa sempre più strada una definizione: “terza ondata”. Non usa altri termini, ad esempio, la fondazione Gimbe, per descrivere ciò che emerge dai dati raccolti, che danno il virus in salita in tutta Italia per la terza settimana di fila. Nel periodo dal 3 al 9 marzo sono aumentati i ricoveri e per la prima volta anche i decessi. In questo quadro gli indicatori dell’Emilia-Romagna sono tutti in aumento e i dati forniti oggi dall’Ausl per quanto riguarda la nostra provincia, purtroppo sono tutt’altro che in controtendenza. A ieri erano 499 i ricoverati complessivi in tutta la provincia su un totale di 511 posti a disposizione, destinati ad aumentare per via delle rimodulazioni degli ospedali. 409 persone si trovano nei reparti di area medica, 33 nelle subintensive e 57 nelle terapie intensive. In appena due settimane i ricoverati gravi sono saliti del 61%. La maggior delle persone attualmente ricoverate ha un’età compresa tra i 70 e gli 89 anni, ma nell’ultima settimana si è assistito a un forte aumento di ingressi in ospedale di persone tra i 40 e i 59 anni. Una percentuale minima di giovani ha bisogno di entrare nei nosocomi, ma sono loro quelli maggiormente colpiti dal virus. La fascia tra gli 11 e i 13 anni hanno segnato una diffusione pari a 750 casi ogni 100mila abitanti, seguiti dai ragazzi dai 14 ai 18 e dai bambini dai 6 ai 10 anni. Un’impennata che ha fatto lievitare le persone in isolamento domiciliare, arrivate a superare quota 14mila. I distretti sanitari più in difficoltà per quanto riguarda l’aumento dei casi sono Sassuolo, Vignola e Castelfranco.