Una ferita che non si è mai chiusa quella della strage di Corinaldo, e che non smette di rivelare nuovi inquietanti elementi intorno alla tristemente nota “banda dello spray”. Lo dimostra l’ultima operazione effettuata dai Carabinieri di Modena, che alle prime ore della mattinata di ieri ha effettuato perquisizioni in diversi comuni della provincia, utilizzando circa cinquanta uomini con il supporto delle unità cinofile per la ricerca di droga e di armi. Otto le persone perquisite, due le pistole illegalmente detenute perché risultate rubate. Cinque giovani sono stati indagati per concorso nella detenzione illegale di armi da fuoco. Un uomo, operaio 50enne di origini campane è stato arrestato. Proprio uno stralcio dell’indagine che ruota intorno all’episodio avvenuto ad Ancora nel dicembre del 2018 ha dato il via alle perquisizioni svoltesi a Modena, Nonantola, San Cesario sul Panaro, Castelfranco Emilia, Finale Emilia e San Prospero. Tra i condannati modenesi per la strage in discoteca, spiegano i Carabinieri, che portò alla morte di sei persone, spiccava la figura di Ugo Di Puorto, figlio di Sigismondo – detto Sergio -, detenuto in regime di alta sorveglianza perché ritenuto elemento di rilievo nella compagine criminale del Clan dei Casalesi della famiglia Schiavone. Durante le indagini, è emerso come intorno alla figura di Ugo di Puorto, prima del suo arresto, ruotassero altri cinque giovani. Il Nucleo investigativo dei Carabinieri ha ricostruito i loro legami e i loro rapporti, arrivando a sospettare che celassero armi da fuoco. Così la Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Bologna ha dato esecuzione a un Decreto di perquisizione che ha permesso di sequestrare due pistole e le loro munizioni. Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati anche sei involucri contenenti oltre 230 grammi di cocaina pura