Ormai non è più una novità: Modena è attanagliata dallo smog. A darne ulteriore conferma è un report nazionale di Legambiente Mal’aria di città 2023, che vede la città della Ghirlandina prima in Emilia-Romagna e quarta in Italia per la peggior qualità dell’aria. Come sentenzia l’analisi di Legambiente, nel 2022 sono state 75 le giornate di sforamento per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili. Situazione analoga in tutte le altre realtà dell’Emilia Romagna dove nessuna avrebbe rispettato la soglia di 20 microgrammi per metro cubo annuale. Dati che fanno emergere un forte ritardo delle città della regione rispetto a quelli che saranno i parametri in vigore in Europa dal 2030: secondo l’associazione, la tendenza di decrescita dell’inquinamento è troppo lenta, Modena per esempio potrebbe impiegarci oltre 30 anni per adeguarsi alle nuove normative. Sulla base di questo quadro impietoso Legambiente punta il dito contro la Cispadana di Modena e ribadisce la necessità di un cambio di passo. Numeri che purtroppo non rappresentano solo un problema ambientale ma l’effetto di questi superamenti inciden anche sulla salute dei cittadini modenesi e le misure finora adottate non sono sufficienti per limitare i rischi di contrarre malattie respiratorie. In Europa lo smog è la prima causa di morte prematura e l’Italia registra un triste primato con più di 52mila decessi annui da polveri sottili. Intanto da domani a Modena la Festa di San Geminiano sarà segnata dallo smog: scattano le misure emergenziali sulla base delle previsioni di superamento dei valori limite giornalieri di PM10. Il bollettino di Arpae, ha decretato lo stato di allerta con bollino rosso fino al 1° febbraio