Tra i presenti alla prima giornata degli Stati Generali per la ripartenza dopo il Coronavirus c’è la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. La ministra pentastellata presenterà un pacchetto di proposte per il futuro della scuola e illustrerà le linee guida per la ripartenza stilato dalla sua task force. Ma per quanto riguarda il nodo più atteso, cioè la data d’inizio del nuovo anno scolastico, i tempi non sembrano ancora essere maturi. A creare problemi è in questo caso la data delle elezioni, che riguarderanno sei regioni, un migliaio di comuni e il referendum sul taglio dei parlamentari, per ora ipotizzata attorno al 20 settembre 2020. L’ipotesi iniziale di Azzolina era quella di anticipare il rientro in classe ai primi di settembre – di solito le varie Regioni decidono autonomamente tra il 7 e il 18 – ma con l’election day a due passi, la stagione estiva partita in ritardo e ostacoli ancora non superati (come la garanzia di un metro di distanza tra studenti e il corpo docenti da riorganizzare), l’ipotesi è che si slitti attorno al 23. Alcuni presidenti di Regione, come Giovanni Toti in Liguria, Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna e Luca Zaia in Veneto, avevano spinto addirittura per anticipare a luglio le votazioni – considerando anche che il possibile ballottaggio potrebbe far richiudere le scuole già a ottobre. Ma la difficoltà di organizzare una campagna elettorale in piena estate non ha entusiasmato il Ministero, che per ora vede le date di settembre come più probabili, anche se, ribadisce Azzolina, «nessuna decisione è stata ancora presa».