Mentre il premier prega, Matteo Renzi sogna palazzo Chigi
Più si avvicina il voto di fiducia, di domani mattina a palazzo Madama, più i democratici affilano le armi. Tra di loro ovviamente. Senzaltro è arrivata infatti la resa dei conti interna: con la crisi tutto si riapre. Letta sta preparando il rendez-vous di domani in modo da essere in grado di intercettare la presunta scissione del Pdl, mentre mezzo Pd questo esito lo teme, perché sa che potrebbe prolungare in maniera indefinita lorizzonte di questo esecutivo. E si sa quanti detrattori delle larghe intese ci sono sempre stati nel Pd. Il fronte «governista» del Pd, ovvero lettiani e franceschiniani innanzitutto, prendono contatti continui con i «diversamente berlusconiani», sognando di traghettare 40-50 parlamentari Pdl dalla loro parte. Dal canto suo Matteo Renzi ha già scoperto le carte. Vuole le elezioni. Ma vuole farlo dopo aver strappato la leadership del partito. Tra i candidati, non è certo un mistero, ci sono proprio, in primis, Letta e Renzi. Proprio per questo le prossime mosse potrebbero segnare seriamente il futuro del Pd. Certo, è significativo che mentre i «governisti» sono molto cauti e preferiscano non fare dichiarazioni al riguardo, Massimo DAlema invece abbia deciso di entrare a gamba tesa: «Se una parte rilevante di Pdl dovesse distaccarsi da Berlusconi allora questo dovrebbe essere considerato». Le parole di DAlema, secondo uniterpretazione maliziosa di qualche franceschiniano, rivelerebbero una chiara ostilità verso lipotesi di un Letta-bis.