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Sospetta meningite in un asilo Bambino di 4 anni ricoverato


    Le sue condizioni sono buone. Scatta la profilassi per genitori e alunni

    Nebbioso si pente Ma resta in carcere


      Un bambino di 4 anni si trova ricoverato al Policlinico per una sospetta meningite batterica. Le condizioni del piccolo, che frequenta una scuola dell’infanzia della prima periferia di Modena, sono buone: stamattina è stato sottoposto agli esami necessari per accertare le possibili cause e alle terapie necessarie in questi casi. Come previsto dai protocolli sanitari, in poche ore, è stato attivato il protocollo previsto per la tutela della salute delle persone che sono entrate in contatto con il bambino. Il Servizio Igiene Pubblica e la Pediatria di Comunità del Distretto di Modena si sono attivati immediatamente per la ricerca dei possibili contatti a rischio, che avranno la possibilità di effettuare la profilassi antibiotica. In particolare, sono stati individuati i contatti a rischio nell’ambito scolastico e nella sfera delle amicizie, informando le relative famiglie e il personale. Gli interventi di profilassi, fa sapere l’azienda ospedaliero-universitaria, saranno completati entro un paio di giorni. Se la primissima diagnosi verrà confermata, si tratterebbe di un nuovo caso di meningite dopo quello del maggio scorso, quando un bambino di 10 anni venne ricoverato al Ramazzini di Carpi. La meningite, causata da un batterio, il meningococco, si presenta con sintomi ben precisi, caratterizzati da febbre, rigidità del collo e alterazioni dello stato mentale. Il contagio può avvenire soprattutto in luoghi chiusi, respirando le goccioline emesse a breve distanza da una persona malata o portatrice sana, mentre il periodo d’incubazione è compreso tra 2 e 10 giorni. L’Azienda Usl di Modena si è messa a disposizione dei cittadini per fornire eventuali ulteriori informazioni: si suggerisce di contattare, nei giorni feriali, il Servizio di Igiene Pubblica. (da.fra.)

      Arrivano nuove barriere antirumore


        Progetto per ridurre l’impatto del traffico della Pedemontana

        MARANELLO – «Stiamo lavorando per ridurre l’impatto del traffico veicolare della Pedemontana sui centri abitati del territorio». Così il sindaco Lucia Bursi in merito alla realizzazione di barriere anti-rumore nelle località maranellesi. A fine agosto è infatti partito un intervento della Provincia per la realizzazione di nuove barriere antirumore a tutela dei residenti di Pozza. Il progetto, con un investimento di 350mila euro, prevede il prolungamento delle barriere esistenti all’incrocio tra la Pedemontana e la Nuova Estense. Esiste inoltre un progetto per la realizzazione di barriere ‘a terrapieno’ a Crociale, dove alcuni cittadini hanno richiesto di installare dispositivi per l’attenuazione del rumore del traffico. L’opera fa parte di un piano particolareggiato che prevede come onere a carico del lottizzante la cessione al Comune di un’area di circa 19mila mq , sulla quale è prevista la realizzazione delle barriere. «La crisi economica attuale – commenta il Sindaco -, della quale risente fortemente l’intero mercato immobiliare, ha tuttavia, per il momento, bloccato questo intervento urbanistico: il privato non ha dato avvio al progetto né si è reso disponibile a mettere a disposizione l’area. In mancanza della disponibilità dei terreni, dunque, né il Comune né la Provincia possono procedere all’attuazione dell’intervento. Il nostro obiettivo – conclude il sindaco Bursi – è in ogni caso quello di continuare a lavorare su tutto il territorio per attenuare il più possibile l’impatto del traffico sui centri abitati».

        Genedani confermato alla Lapam


          FIORANO – È stato riconfermato nei giorni scorsi, Amedeo Genedani come presidente Lapam di Fiorano. Oltre a Genedani è stato riconfermato vice-presidente Ercole Leonardi e sono stati eletti Paride Pini, Armandino Campioni, Isa Annovi, Roberto Orsi, Gian Luca Vandelli, Mario Leonardi, Vanna Giberti, Abramo Poggioli, Sergio Venturelli, Davide Pellati, Gianni Lanzotti e Gian Carla Moscattini come consiglieri. «I costi bancari per le imprese sono troppo elevati e la difficoltà ad ottenere finanziamenti, specialmente per le start-up, non aiuta gli imprenditori a ripartire – commenta Amedeo Genedani -. Inoltre è ormai indispensabile far sì che la legge in merito ai tempi di pagamento venga applicata e verificare i costi eccessivi di Hera che si ripercuotono sugli utenti, specialmente riguardo alla Tares per le aziende».

          GLI AFFANNI DELLA PARTECIPATA


            Il futuro in bilico sui conti

            E ‘Conto anch’io’ incalza: «Quadro previsto dal 2009»


              Il caso Sgp è monitorato da vicino dall’associazione ‘Conto anch’io’, che incalza sullo scenario: «Il picchetto di sindacati e lavoratori – osserva il presidente Ivano Piccinini – ci porta con i piedi per terra, confermando quando sottolineato da noi nel 2009». «Dobbiamo dunque stupirci per questi dati così negativi di Sgp? Assolutamente no. Noi dell’iniziatica civica ‘Conto anch’io a Sassuolo’ avevamo segnalato la nostra perplessità derivata dal fatto che Sgp ci sembrava un artifizio contabile forse creato ad arte allo scopo di aggirare la legge, e gestire forse senza controllo la cosa pubblica. E’ dunque sul grande problema dell’etica politica che questo paese si è impantanato, a destra ma anche a sinistra, e si è allontanato dagli altri paesi del comprensorio ai quali pur bisognerebbe fare riferimento date le affinità di gestione delle istituzioni. E così, mentre i sassolesi si avviano probabilmente a pagare tasse sempre più spaventose per risanare i conti pubblici, i tagli ai costi della politica, promessi in campagna elettorale, spariscono come sempre nel nulla, mentre i servizi probabilmente tendono a diminuire in maniera considerevole. Perciò oggi occorre rimboccarsi le maniche, riconoscere e ammettere la situazione reale del paese, riconoscere quanto sia aggrovigliata la matassa e cercare un filo con il quale cercare di dipanarla». Insomma, Sgp si conferma sempre di più come il principale, terreno di confronto pubblico, anche perché dal futuro della società dipende la possibilità di fare interventi sulla città nell’ambito dei lavori pubblici. «Sassuolo non è la destra, non è la sinistra – chiosa Piccinini – sono i sassolesi: un’altra Sassuolo è possibile».

              Sgp, come recuperare 4 milioni?


                Intenso confronto tra amministrazione e dipendenti Lunedì si replica con il piano illustrato nel dettaglio

                SASSUOLO – E’ stato un incontro molto intenso ma fatto di dialogo quello di ieri fra dipendenti di Sgp/Comune, sindacati e amministrazione sul nodo partecipata. Positivo almeno per le modalità, che hanno permesso alla cinquantina di persone che dalle 17 si sono radunate davanti via Fenuzzi libero accesso alla Commissione bilancio, per l’occasione trasferita negli ampi spazi della sala consiliare. E che non hanno visto momenti di scontro, nonostante l’evento fosse vissuto con una certa apprensione che ha portato ad ampio dispiegamento di forze dell’ordine: dalla Digos ai carabinieri, alla polizia Municipale. L’unico vero scontro, a quanto pare, è stato politico, con un acceso scambio di vedute tra il sindaco Caselli e Morini (Pd). Ma solo uno tra i tanti. Per il resto i dipendenti, dopo il picchetto esterno, hanno potuto sentire con le loro orecchie le linee d’indirizzo della delicatissima manovra di risanamento. Non il piano nel dettaglio, quello sarà illustrato in un altro incontro già convocato per lunedì. Come è quasi già convocato il prossimo Consiglio comunale, decisivo per la sopravvivenza della giunta Caselli: 15 ottobre, o comunque entro il 20. Ma veniamo al punto: c’è da recuperare un passivo che, come anticipato nelle settimane scorse da Modena Qui, è sulla linea di quello dell’anno scorso, circa 4 milioni. Si deve recuperare perché, come hanno fatto notare i revisori dei conti, dove la partecipata non arriva, deve arrivare il partecipante, ossia il Comune. Come? Il sindaco Caselli, da quanto si è appreso, ha garantito che non lo si farà aumentando le tasse: «Piuttosto mi dimetto, perché è una cosa incompatibile con la maggioranza» avrebbe detto. L’obiettivo sarebbe dunque quello di recuperare a suon di tagli, reinternalizzazione di servizi e ammortizzatori sociali. Ma cosa può comportare questo per una cifra tanto elevata? E’ qui la preoccupazione sindacale, e non solo: significa anche togliere servizi? E’ possibile? Come? Lo si saprà nel dettaglio lunedì prossimo, alla presentazione del piano industriale di Sgp. Si tratta probabilmente della più difficile missione finanziaria mai affrontata sul fronte della società che, tanto per capirci, ha un bilancio che viaggia sui 9,5 milioni. E sfora anche per questo 2013 per quasi la metà, se non di più, di quel valore. L’apprensione è a 360 gradi: tanto dei dipendenti (che cominciano ad essere preoccupati per il pagamento dei loro stipendi), quanto della giunta, che sulla sostenibilità di questa operazione si gioca tutto. Vedremo cosa verrà messo a punto in questi sette giorni caldi. nDaniele Montanari

                Al via il restyling della democrazia turca di Erdogan


                  L’attesissimo «pacchetto di democratizzazione» che darà maggiori diritti alla comunità curda e alle altre minoranze etnico-religiose in Turchia ha sorpreso molti settori della società, così come aveva assicurato il primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Il premier turco ha innanzitutto annunciato l’abolizione del divieto di portare il velo islamico all’interno delle istituzioni pubbliche. Inoltre sarà introdotto l’insegnamento in curdo nelle scuole private. Insomma, sarà possibile indossare il velo nelle istituzioni dove è previsto il contatto con il pubblico, ovunque, dunque, ad eccetto nelle sedi delle forze dell’ordine, dell’esercito e della magistratura. Dalle misure annunciate da Erdogan dipende la riuscita del processo di pace con gli autonomisti che potrebbe mettere fine al sanguinoso conflitto tra esercito e Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) che ha fatto dal 1984 più di 40mila morti. Il premier ha annunciato che verrà approvata una nuova legge che consente l’insegnamento in curdo e in altre lingue diverse dal curdo nelle scuole private di ogni ordine e grado. Un’importante soluzione di compromesso tra la richiesta del movimento curdo di fare lezione in curdo anche nelle scuole pubbliche. Il diritto all’istruzione in lingua curda era stato precedentemente escluso dal premier e l’annuncio rappresenta per i media turchi una sorpresa. Aperta la strada, con un provvedimento del ministro competente, al ripristino dei nomi di città e paesi in curdo e in altre lingue, ‘turchizzati’ dopo la fondazione della Repubblica nel 1923. Per cambiare la toponomastica sarà necessaria l’autorizzazione del ministero degli Interni. Presto, ha annunciato poi Erdogan, sarà liberalizzato l’uso della lingua curda anche per i comizi e la propaganda elettorale, e abolito il divieto di usare nei documenti ufficiali le lettere «Q», «W» e «X» presenti nell’alfabeto curdo, ma non in altri idiomi. Comincia da qui il restyling della democrazia turca, dopo i disordini che questa estate avevano portato il Paese al collasso.

                  Germania, prove di larghe intese La sinistra cederà a Frau Merkel


                    Il timore della Spd: fare il burattino dell’esecutivo

                    Si preannunciano lunghi i tempi di formazione del nuovo governo di coalizione in Germania. Già perché di «coalizione» bisogna parlare per forza. Frau Angela Merkel, anche se per poco, non è riuscita a conquistare la maggioranza assoluta in Parlamento. Intanto il segretario generale della Spd Andrea Nahles ha messo le mani avanti, avvertendo che i colloqui per la nascita di un governo con la Cdu della cancelliera Merkel potrebbero andare avanti fino all’inizio del prossimo anno. «Non ci sono dubbi – ha detto in conferenza stampa a Berlino – che ci vorrà molto tempo, ma alla fine arriveremo alla formazione del governo a dicembre o gennaio». Una data generica ma che esplicita, quasi per protesta, tutta la difficoltà a trovare la soluzione. La Cdu di Angela Merkel e la Spd (il partito socialdemocratico) inizieranno così venerdì i primi incontri per cercare di verificare la possibilità di un governo – anche loro – di larghe intese dopo il voto del 22 settembre. L’appuntamento è per venerdì a Berlino ma gli incontri potrebbero andare avanti per diverse settimane. Nelle ultime elezioni i conservatori della cancelliera sono arrivati largamente in testa, col 41,5% mentre i socialdemocratici si sono fermati al 25,7%. Tradotto, in termini di seggi, alla Merkel mancherebbero solo cinque eletti per la maggioranza assoluta. La Spd si trova ora in una sorta di vicolo cieco. Da un lato teme che andare al governo con una Merkel tanto forte possa sfociare in un’ennesima grave sconfitta nelle urne, come già avvenne dopo quatto anni di coabitazione, nel 2009, quando il partito subì il peggiore risultato da sessanta anni a questa parte (23%). Dall’altro lato, tuttavia, i vertici del partito avvertono che se un «no» all’offerta della Merkel costringesse il Paese a ritornare alle urne, la punizione da parte degli elettori sarebbe persino peggiore. I sondaggi diffusi venerdì dicono che il 58% dei cittadini è favorevole a una grande coalizione nero-rossa. Piace meno, invece, un’alleanza con i Verdi che la Cdu non ha escluso, anche se in prima battuta vuole coinvolgere la Spd che ha ottenuto il 25,7% dei consensi. Frau Merkel, che sulle larghe intese ha dato lezione di democrazia in Europa, alla fine convincerà le poltroncine della sinistra.

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