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I gialloblù… d’Egitto


    Ieri quarto test a Castelfranco Per Lorenzetti altre indicazioni

    Ufficiale o meno, ieri a Castelfranco la nuova Casa Modena di Lorenzetti ha svolto contro la nazionale egiziana la sua quarta amichevole stagionale, sotto l’aspetto formale qualcosa di più di un allenamento congiunto, sotto quello puramente fattuale un altro passo di avvicinamento all’inizio del campionato, programmato tra un mese e mezzo. Nuove indicazioni, insomma, per Lorenzetti, in attesa del ritorno dei nazionali. Quella di ieri a Castelfranco, al di là di un risultato che conta sino ad un certo punto, ma che ha visto i gialloblù dare il meglio in un ottimo primo set, per poi mostrare una sfida più in equilibrio, è stata anche una grande occasione di solidarietà, dal momento che il ricavato delle offerte presentate dal pubblico (l’ingresso era a offerta libera) sarà devoluto al progetto di ricostruzione della Scuola Materna di Medolla in collaborazione con Rock No War. STORIE DI EX – Bernard Rajzman, ex schiacciatore della Panini dal 1978 al 1980 ed ancora oggi molto legato a Modena ed hai colori gialloblù, è stato eletto nel Comitato Olimpico Internazionale in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. La nomina è arrivata a Buenos Aires in Argentina nella 125esima Sessione del Cio nel corso della quale è stato nominato il nuovo Presidente del Cio, il tedesco Thomas Bach, che succede a Jacques Rogge. Già da anni membro del Comitato Olimpico Brasiliano, ora Rajzamn è l’unico brasiliano a far parte della Commissione del Cio. A Bernard Rajzman sono andati i complimenti di Modena Volley Punto Zero, che attende ora di accoglierlo al PalaCasaModena per assistere ad una partita dei gialloblù.

    Fuoco e fiamme sul caso Acof: doppio esposto dal centrodestra


      Le carte finiscono in Procura e alla Corte dei Conti

      MIRANDOLA – Diventa incandescente il caso Acof a Mirandola, teatro di uno degli scontri più duri che si registrano ad oggi in provincia tra centrodestra e maggioranza di centrosinistra. Lunedì in Consiglio comunale non sono arrivate le dimissioni dei vertici dell’agenzia di onoranze funebri (di cui il Comune è socio unico) e il Pdl con Antonio Platis e Lia Gabrielli ha dato seguito all’ultimatum lanciato sabato presentando un doppio esposto sulla turbolenta vicenda finanziaria: uno alla Procura sulla situazione societaria e uno alla Corte dei Conti per le conseguenze che questa ha avuto sul bilancio del Comune quale ente pubblico. «E’ un atto necessario – osservano Platis e Gabrielli – visto che i dubbi che avevamo sono stati ampiamente confermati perfino dalla relazione della società incaricata dal sindaco di verificare i conti. Oltre ai circa 90.000 euro che sembrano essere stati occultati, sotto la lente finiscono anche altri anni. Dal 2008 mancano diverse pezze d’appoggio che giustifichino delle spese dichiarate da Acof». Ma il Pdl punta il dito anche sul fatto che uno dei precedenti bilanci è stato redatto da un commercialista che era, per quel periodo, già revisore dei conti del comune di Mirandola: «Il controllore non può fare consulenze al controllato – incalzano i due consiglieri – è il testo unico degli Enti locali che lo prescrive». «Acof – proseguono – continua tuttora ad operare sotto la guida del l’amministratore unico nominato nel 2011 dal sindaco Benatti, il dottor Morselli, già consigliere comunale Pd e presidente della Commissione Territorio e ambiente. Visto le pesanti accuse messe nero su bianco dallo studio esterno voluto dalla giunta, ci pare quanto mai opportuno che il sindaco revochi immediatamente l’incarico. Si permetterebbe così alla struttura amministrativa di Acof di lavorare con maggiore serenità. Purtroppo, checché dica il sindaco sulle sue azioni di trasparenza, è bene ricordare che le sue principali azioni in merito sono frutto di richieste di accesso agli atti e convocazioni d’urgenza del Pdl. Il Consiglio già a luglio aveva respinto la nostra richiesta di sospendere l’amministratore Acof e, alla luce degli ultimi gravi accertamenti, abbiamo chiesto un Consiglio ad hoc sul tema (probabilmente il 23) ed una Commissione speciale a metà mese per verificare le risposte fornite da Acof ai rilievi dello studio esterno di controllo. Sebbene siamo in attesa di ulteriori documenti, nell’esposto segnaleremo anche la necessità di verificare la corretta selezione da parte dell’amministratore di Acof dei liberi professionisti che dal 2011 hanno collaborato con la società». «Noi rappresentiamo l’Amministrazione comunale, un’istituzione, e dobbiamo seguire le procedure di trasparenza» replica il sindaco Benatti. «Abbiamo rilevato noi, come amministratori, importanti irregolarità nel bilancio di Acof, abbiamo informato il Consiglio ed abbiamo fatto partire le procedure necessarie per avere tutti gli elementi a disposizione: relazione del revisore dei conti, relazione di un consulente esterno, richiesta di spiegazioni agli amministratori, Commissione consiliare, apposito oggetto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio. Abbiamo sempre detto che se saranno confermate queste irregolarità, il Comune come parte lesa chiederà ai responsabili di rispondere nelle sedi opportune (corte dei Conti e Tribunale Civile). Siamo noi che stiamo lavorando per fare chiarezza nell’interesse del Comune, nel rispetto delle istituzioni ed anche nel rispetto delle persone, alle quali non si fanno processi mediatici. Platis invece – ha contrattaccato – ha aperto la campagna elettorale delle amministrative, provando a sollevare un polverone, senza nessun rispetto per le istituzioni, per le regole e per le persone. A lui interessa solo lo ‘scoop’ e non fare chiarezza».

      IL CASO DI MIRANDOLA


        L’agenzia di onoranze con problemi di bilancio

        Una super donazione per l’ospedale


          In funzione un macchinario per i bronchi da 290mila euro

          Le donazioni permettono di investire sui servizi al Santa Maria Bianca. Il nosocomio mirandolese ha infatti attivato il nuovo ecobroncoscopio acquistato grazie all’associazione ‘La nostra Mirandola’. Si tratta di uno strumento da quasi 300mila euro che attualmente solo pochi ospedali in Italia utilizzano. L’apparecchiatura serve per effettuare esami diagnostici estremamente accurati nei bronchi e nei polmoni. La scorsa settimana, in sala operatoria a Mirandola, l’équipe di Pneumologia diretta da Michele Giovannini ha effettuato, per la prima volta nella nostra provincia, un’indagine diagnostica con l’ecobroncoscopio. L’esame è perfettamente riuscito e la paziente è stata dimessa il giorno successivo. Un risultato importante, a oltre un anno dal sisma. «Sono già in programma altre sedute operative – annuncia il responsabile dell’unità operativa di Pneumologia Michele Giovannini -. Dobbiamo ringraziare il grande entusiasmo che ha saputo dimostrare l’associazione ‘La nostra Mirandola’». Per questo progetto, infatti, è stato messo a disposizione un contributo ingente, circa 290mila euro, che ha permesso di dotare l’ospedale di un ecobroncoscopio ad alta risoluzione. Un impegno speso in prima persona da Nicoletta Vecchi Arbizzi, al vertice della onlus ‘La nostra Mirandola’. A Mirandola, grazie all’innovativa attrezzatura, è ora possibile effettuare durante la broncoscopia esami bioptici delle lesioni dei bronchi e, quando le immagini radiologiche mostrano linfonodi ingrossati normalmente non aggredibili, è anche possibile effettuare biopsie sulle lesioni sotto guida ecografica. I risvolti positivi nell’utilizzo di questa innovativa tecnologia sono tanto più significativi se si considera che il tumore ai polmoni rappresenta, ancora oggi, una patologia diagnosticata tardi, in cui l’intervento chirurgico risulta possibile solo nel 30% dei pazienti.

          Finale: omaggio Anc all’88enne brigadiere Fedi


            FINALE – L’Associazione Nazionale Carabinieri, insieme alla Stazione CC. di Finale, ha reso omaggio martedì all’88enne Brigadiere Mario Fedi. Pistoiese del 1925, una vita dedicata all’Arma, cavaliere, è stato per quasi trent’anni Presidente della Sezione ANC di Finale intitolata al ‘Brigadiere Armando Sepe, Medaglia d’Argento al Valore Militare’. Nella chiesa finalese del Seminario davanti alla quale era schierata, con il Comandante Luogotenente Cappello, una folta rappresentanza provinciale dell’ANC e del Nucleo di Protezione Civile ANC, è stata recitata la ‘Preghiera del Carabiniere’ dal ‘veterano’ Corrado Gallerani che di Mario Fedi era stato vice. Alla cerimonia ha preso parte per l’amministrazione comunale l’assessore Massimiliano Righini e per l’associazionismo una squadra dell’Associazione Bersaglieri.

            Post-sisma, quei 20 milioni spariti


              ECONOMIA ò28

              Lo Stato può essere vicino ai cittadini


                Il Prefetto telefona alle vittime di furti e rapine

                MODENA – «Pronto, sono il prefetto di Modena». Chissà, forse all’altro capo del telefono avranno pensato ad uno scherzo, ma in realtà era tutto vero: Michele Di Bari, prefetto di Modena da poco più di un mese, ha chiamato alcuni modenesi, vittime di quei reati predatori come rapine, furti e scippi, che stanno creando apprensione in città. Un modo per fare sentire la vicinanza dello Stato, un’iniziativa piena di significato da parte del nuovo rappresentante del governo in terra modenese. Di Bari ha preso la cornetta e ha composto i numeri di persone che avevano visto la propria casa svaligiata dai ladri, o che erano stati affrontati da un malvivente con bruttissime intenzioni. «Bisogna partire dal presupposto che forze di polizie e magistratura a Modena stanno facendo un lavoro egregio – spiega lo stesso Di Bari -. Episodi come furti in casa, rapine e scippi non devono capitare, ma purtroppo capitano. Ed è il minimo fare sentire la solidarietà dello Stato alle vittime». Nonostante il generale calo dei reati, la percezione della sicurezza a Modena rimane legata all’escalation di episodi di microcriminalità che affligono determinate zone, interi quartieri, ma anche lo stesso centro storico. Ultimo in ordine cronologico l’aggressione ad una 34enne che passeggiava in corso Canalgrande, di fronte al Tribunale, rapinata della borsetta da una coppia di malviventi a bordo di un’auto. «Le vittime di questi reati devono sapere che non sono sole – ribadisce il prefetto -, lo Stato c’è, così come le istituzioni locali e le forze di polizia. La sicurezza partecipata è anche questo». Pur non volendo entrare nel contenuto delle telefonate, Di Bari fa capire che sono diversi i modenesi ai quali ha fatto sentire la propria vicinanza, riscontrando reazioni di stupore (all’inizio, comprensibile) ma anche di grande soddisfazione. La particolare attenzione per la sicurezza cittadina è una delle caratteristiche che il nuovo prefetto ha portato con sè al momento dell’insediamento. Ha immediatamente convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, facendo il punto della situazione, per non lasciare nulla di intentato in un tema così delicato e che attiene alle condizioni di vita di un’intera comunità. nDaniele Franda

                Alunni disabili, le istituzioni si interrogano


                  PRIMO PIANO ò5

                  Preso ricercato romeno per omicidio colposo


                    L’uomo si nascondeva in città per sfuggire a una pena di 6 anni

                    E’ finita a Modena la latitanza di un trentenne rumeno, V.F.M., arrestato dalla polizia municipale nei giorni scorsi, ricercato in Romania per omicidio colposo. Per l’uomo sono scattate le manette perché deve scontare una pena detentiva di sei anni e sei mesi nel suo paese d’origine. Il reato contestato è appunto omicidio colposo per un incidente avvenuto il 30 marzo dello scorso anno a Sibiu, in Romania. L’uomo, alla guida di una Opel e completamente ubriaco, finì fuori strada a 160 chilometri all’ora. Nell’urto il passeggero, un diciannovenne, perse la vita. Non solo aveva un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti, ma V.F.M. non aveva nemmeno la patente: quella esibita era falsa, comprata per 50 euro nel 2009 in Spagna. Secondo la ricostruzione della Polizia municipale, il romeno nell’agosto di quest’anno si trova in Italia e gli agenti lo fermano a Modena un paio di volte nel corso di controlli stradali: è sempre senza patente al seguito, ma dichiara di averla dimenticata a casa e, sul momento, risolve la questione pagando la sanzione, visto che guida auto con targa straniera. La seconda volta, però, il tasso alcolico è troppo elevato per cui scatta la sanzione penale. L’uomo afferma di abitare a Roma, così come l’amica connazionale che lo accompagna e lo ospita. Ma gli agenti, non convinti di questa versione dei fatti, iniziano una serie di indagini, attraverso varie banche dati e la verifica dei movimenti a Modena dell’auto. Le indagini proseguono fino ad accertare che l’uomo ha anche precedenti per rapina e furto in Italia. Sui suoi trascorsi in patria, però, non emerge nulla sino a quando l’Ambasciata di Romania risponde alla richiesta di informazioni della Polizia municipale, che viene così informata dell’esistenza del mandato di arresto europeo (detto Mae). A quel punto, individuato il domicilio, scatta l’arresto.

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