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Sisma, al Senato passa il Decreto 43 Ma con la metà delle richieste


    Ok alla detassazione degli aiuti pubblici ma non dei premi assicurativi

    Un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. E quando si parla di ripartenza post-sisma sembra ormai cosa ovvia. Come in un puzzle complicato dove a forza di insistere si riesce, ma lentamente, ad incastrare tutti i pezzi per dare senso all’insieme. E’ passato più di un anno dal passaggio della bestia nella Bassa e la strada della rinascita è ancora un saliscendi fatto di miraggi, burocrazia, delusioni e qualche traguardo raggiunto. Riflette questo copione anche l’approvazione di ieri all’unanimità in Senato della conversione in legge del Decreto 43 che ha accolto tutti gli emendamenti del ‘Pacchetto Emilia’ che avevano già ottenuto l’ok in commissione Bilancio la settimana scorsa (ora il provvedimento passerà alla Camera). Di motivi per brindare ce ne sono, certo, ma ugualmente permangono incognite ‘pesanti’. Tra le note positive c’è il via libera alla detassazione dei contributi e dei risarcimenti per la ricostruzione a favore delle imprese, ma non ha avuto la stessa fortuna la detassazione degli indennizzi assicurativi per la contrarietà del Ministero dell’economia e della Ragioneria di Stato. Insomma, le imprese che erano state virtuose premunendosi da eventi sismici, circa il 60% del cratere, incassano una beffa amara. L’ennesima per chi era riuscito a sfilarsi dalla rete intricata per accedere ai fondi pubblici. «Siamo particolarmente delusi da come sono andate le cose riguardo la detassazione dei contributi, soprattutto perchè ad essere colpito e penalizzato è chi è stato più lungimirante», afferma il direttore di Confindustria Modena, Giovanni Messori. A tornare in lista d’attesa sono anche la proroga dei mutui per i Comuni e la no-tax area a favore delle microimprese (ne parliamo più approfonditamente a pagina 6). Gli emendamenti sopra citati sono stati inserite dai senatori del Pd emiliani in un odg chiamato ‘Terremoto Emilia’ che verrà discusso prossimamente in sede di legge di stabilità. «Abbiamo voluto – scrivono i Democratici- impegnare l’esecutivo a prevedere in prossimi provvedimenti la detassazione degli indennizzi , ad accordareai Comuni una proroga del pagamento dei mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, a prevedere una fiscalità di vantaggio per l’area colpita». Mai dire mai, certo, ma proprio questo ulteriore slittamento su passaggi fondamentali che potrebbero determinare per le imprese nuovi investimenti e nuove assunzioni, sono una doccia gelata su un territorio che non perde la speranza, ma è sempre più esasperato da una mano tesa di Roma che non si mostra mai al primo tentativo. Di detassazione ingiusta sugli aiuti alle imprese aveva parlato il neo-premier Enrico Letta nella sua recente visita nella Bassa, e ieri ha espresso le sue perplessità pure l’assessore regionale alle Attività Produttive, Gian Carlo Muzzarelli: «I passi avanti ci sono, ma restano nodi ancora irrisolti. Da quanto è dato sapere, la Ragioneria dello Stato e il Governo avrebbero respinto la detassazione dei contributi e delle assicurazioni. La cosa è sorprendente e incomprensibile: innanzitutto perché la norma è già legge dello Stato con l’art.12 bis del Decreto 74, e si trattava solo di renderla più chiara per evitare interpretazioni burocratiche e inutili contenziosi». Ad attenuare le zone d’ombra nel Decreto ci sono comunque diverse misure che sono una manna per il tessuto economico-sociale della Bassa: nuove risorse per l’assunzione di personale, lo slittamento a fine anno della copertura che le banche assicurano ai prestiti destinati al pagamento degli adempimenti fiscali. Importante anche la conferma dell’allentamento del patto di stabilità per Comuni e province e la possibilità per le Spa di spalmare le perdite del 2012 sui successivi cinque anni. Passa anche il riconoscimento del danno indotto dal sisma sul fatturato delle imprese. Soddisfatto, in primis, per i provvedimenti a favore delle amministrazioni del cratere, il primo cittadino di Medolla, Filippo Molinari: «Mi piace pensare che l’ok del Senato sia soltanto il primo round. Penso all’importanza per noi Comuni dell’allentamento del patto di stabilità e la possibilità di assumere nuovo personale. Certamente bisognerà fare in modo di approvare anche la fiscalità di vantaggio e la detassazione dei premi assicurativi. Resto comunque fiducioso». (vi.ma)

    SERRA RIPARTE


      Stasera il Consiglio di insediamento

      Stasera l’incontro sulla maternità


        L’associazione culturale Amaca di Pavullo e il partito Radicale, organizzano per stasera alle 21, presso la sala consiliare della Comunità Montana (via Giardini 15), un incontro pubblico, seguito da dibattito, sul tema: ‘La maternità come gioia e scelta consapevole’, incentrato sulle leggi 194 e 40, che regolano l’interruzione assistita di gravidanza e la procreazione assistita. Se ne discuterà, fra gli altri, con l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione ‘Luca Coscioni’ e docente di legislazione bioetica presso l’università di Torino e il dottor Giuseppe Ghirardini, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Pavullo.

        Rubbiani ha la squadra di governo


          Merciadri, Convenuti, Gianaroli e Venturelli in giunta Ma ci sono deleghe pesanti anche per Forni e Ronchi

          SERRAMAZZONI – Alla vigilia della seduta di insediamento del Consiglio comunale, il sindaco Roberto Rubbiani ha annunciato ieri pomeriggio i tanto attesi nomi della giunta che dovrà guidare Serra in questo difficile cammino di recupero, assegnando anche altre deleghe. Il neo primo cittadino si è riservato le competenze su Bilancio, Patrimonio e Personale. Quindi la squadra di governo, a cominciare da Fabio Merciadri (46 anni, agente immobiliare), nominato vicesindaco con deleghe a Sport, Volontariato e Politiche giovanili; il nodo Urbanistica e Edilizia privata va all’architetto Andrea Convenuti (35 anni), mentre ad occuparsi di Lavori pubblici, Manutenzione, Ambiente e Protezione civile sarà il geometra Simone Gabriele Gianaroli (41 anni). All’imprenditrice Maria Chiara Venturelli (42 anni) le Attività produttive e il Marketing territoriale. Ma vista la mole di lavoro da svolgere, sono state attribuite deleghe anche al di fuori della giunta a due consiglieri, a conferma dell’ottica di lavoro di squadra. Ecco dunque che la dirigente sportiva Paola Forni avrà Scuola, Cultura e Protezione Sociale, mentre l’imprenditore Lorenzo Ronchi si dedicherà a Innovazione e Infrastrutture tecnologiche, Sportelli e Sicurezza. Del gruppo consiliare di maggioranza fa parte anche il consigliere Stefano Toni, (40 anni, geometra) e Convenuti sarà designato capogruppo. «Durante la campagna elettorale – ha quindi commentato Rubbiani – abbiamo sottolineato l’urgenza di rilanciare con forza Serramazzoni, restituendo dignità e prospettive a una comunità che ha bisogno di fatti e progetti concreti per uscire da una situazione di stallo. Sono certo che le persone che ho nominato abbiano le caratteristiche e la competenza per collaborare a raggiungere questo traguardo. Mi piace rammentare quello che ho detto subito dopo le elezioni che hanno premiato la nostra lista civica: il nostro impegno sarà sempre quello di ‘lavorare, lavorare, lavorare’ per la comunità di Serramazzoni e delle sue frazioni». La nota pone fine dunque alla ridda di voci che si sono susseguite in questi densi giorni post elezioni. E soprattutto smentisce qualsiasi ricorso ad assessorati esterni, come si diceva in giro. Tutto il lavoro verrà svolto dalle persone che si sono messe in gioco: l’unico ‘allargamento’ è quello interno, che vede deleghe fondamentali come Scuola e Sicurezza attribuite al di fuori della giunta, testimoniando la stima di Rubbiani per il gruppo creato. Gruppo che stasera prenderà ufficialmente l’impegno, nella seduta in programma alla Sala Polivalente dalle 20.30, la ‘serata di gala’ della nuova amministrazione uscita dalle combattutissime elezioni del 26-27 maggio. Si partirà proprio dalla convalida del sindaco e dei consiglieri. Quindi il passaggio emotivamente più forte: il giuramento di Roberto Rubbiani. Seguirà la designazione dei capigruppo e poi quella che a questo punto sarà la conferma dei componenti della giunta. Poi gli altri passaggi formali, fra cui quello della nomina dei rappresentanti del Comune di Serra nel Consiglio della Comunità Montana del Frignano. I 5 Stelle hanno chiesto alla minoranza di puntare su Francesca Marzani: vedremo se la proposta sarà accolta. (da. mo.)

          L’Economia Montana in mostra: è il gran giorno della Fiera


            Alle 17 il taglio del nastro della 18ª edizione, fortemente voluta nonostante il contesto di crisi

            PAVULLO – E’ il gran giorno della Fiera dell’Economia Montana a Pavullo: la 18ª edizione vedrà il taglio del nastro oggi alle 17: per quattro giorni in vetrina il meglio dell’imprenditoria del Frignano, con l’intenzione di dare un segnale di ottimismo e speranza in un momento di grande difficoltà per il mondo dell’impresa e dell’artigianato. Una scelta testimoniata dal titolo deciso dagli organizzatori, Comune di Pavullo e Comunità Montana del Frignano: ‘Imprese e Territorio: una finestra sul futuro’. L’area della Fiera è quella tradizionale, compresa fra piazza Toscanini, detta le Arcate, via Braglia e via Molinetto. Sono previsti circa 200 espositori (a conferma dell’appeal dell’appuntamento biennale)di diversi settori merceologici, molti dei quali all’avanguardia nei rispettivi aspetti produttivi e progettuali. Spazio anche per le associazioni e il volontariato e per il mercato ambulante. Ci saranno anche il Luna Park e aree attrezzate per i bambini, mentre, fra le iniziative collaterali, vanno segnalati convegni a tema, mostre e spettacoli. All’inaugurazione presenzieranno il sindaco di Pavullo e presidente della Comunità Montana del Frignano, Romano Canovi, che farà gli onori di casa, il presidente della Provincia Emilio Sabattini, il presidente della Camera di Commercio di Modena, Maurizio Torreggiani, il consigliere Regionale Luciana Serri e i rappresentanti istituzionale dei Comuni del Frignano membri della Comunità Montana. Programma dettagliato e ulteriori informazioni sul sito internet www.fierapavullo2013.it e sul profilo Facebook dedicato. Si tratta di un’edizione per nulla scontata, visto il contesto di crisi, ma alla fine ha prevalso la volontà di assicurare alle imprese una vetrina che diventa ancora più preziosa.

            A casa Grillo è tutta una lite I cinque stelle sempre più spaccati


              Il leader maximo semina panico tra i suoi attivisti e militanti

              Il (non) stupore degli espulsi: i commenti di Poppi e Paluan


                I grillini fanno sboom. Piegati dalle percentuali in picchiata delle amministrative, con la febbre alta per le continue risse interne, per gli abbandoni e per gli esodati dal movimento. Quelli colpiti dalle fatwa del comico genovese: l’ultima contro la senatrice bolognese Adele Gambaro che aveva osato dire che il problema del risultato elettorale era Grillo. Un terremoto e una vera valanga che stanno sommergendo il movimento in tutta Italia, ma con dei picchi in Emilia dove si sono presentate le prime liste elettorali ed eletti i primi consiglieri comunali. E qui ci sono state le prime fratture: la più nota quella del consigliere regionale Giovanni Favia, bolognese ma rappresentante modenese in consiglio regionale, che ha cambiato maglia. Come altri suoi colleghi a Bologna e Ferrara. Senza dimenticare Modena dove già nel 2008 si sono creati i meet-up e nel 2009 sono entrati in consiglio comunale. Con il consigliere, Vittorio Ballestrazzi, che l’amore per Beppe Grillo gli è durato lo spazio di un mattino. Critiche e poi l’espulsione. Ma non è finita qui. L’estate scorsa Ballestrazzi si dimette e apre la porta a Sandra Poppi – prima dei non eletti in Regione e che aveva polemizzato per la sua esclusione dal palazzo bolognese – che voleva rappresentare il movimento in consiglio. Ma direttamente dal suo blog – con due righe in un post-scriptum- il leader la scomunica. Fuori. L’elenco degli ex grillini a Modena è lungo. Una black list che si ripete fuori dai confini comunali. Per esempio a Carpi dove l’unico consigliere – in condominio con Rifondazione Comunista – Lorenzo Paluan si è dimesso nei mesi scorsi. In Emilia e nel modenese è frattura continua con i vertici nazionali del movimento. E i ‘cittadini’ eletti in parlamento? Michele Dell’Orco, scrive su Facebook: «E mentre l’attenzione è concentrata sul gossip, sulle dichiarazioni dei senatori Gambaro e Pepe, in aula bocciano clamorosamente le mozioni 5 Stelle. Silenzio sui media». Peccato che le mozioni vengono bocciate a tutti i partiti, peccato che i giornali dovrebbero avere gli allegati per riportare tutte le discussioni parlamentari. E’ vero, al contrario, che i quotidiani ogni giorno parlano dei problemi interni ai partiti, di tutti i partiti. Ed è democrazia. Però in tanti dentro i 5 Stelle se la prendono esclusivamente con i media. Non tutti visto che a Parma si sta organizzando un incontro sul tema proprio per capire dove sbagliano. Ovvero non è un problema dei giornalisti che fanno il loro mestiere, quanto di comunicazione del movimento. Problemi loro. E intanto cresce la disaffezione – lo confermano i dati elettorali recenti – e si aprono le praterie per riconquistare tanti voti. Basta pensare a Modena dove i Cinque Stelle hanno superato agevolmente il 20% e le preferenze arrivano sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Insomma un’occasione, da non perdere, per i partiti tradizionali. nGian Basilio Nieddu

                Municipale-Cri: scintille sulla nuova sede mancata


                  Era uno dei nodi per la sicurezza

                  Con i voti favorevoli di Pd, Idv e lista civica ‘Siamo Sassuolo’, i voti contrari di Pdl, Lega Nord, lista civica Per Sassuolo e sindaco, il Consiglio, sempre nella seduta serale di martedì, ha respinto l’ordine del giorno presentato dal gruppo Pd per impegnare la giunta comunale a rivedere il progetto relativo alla nuova sede della Polizia Municipale e della Croce rossa, impegnando la giunta a rivedere gli spazi destinati ai parcheggi, a riconsiderare la destinazione e l’organizzazione degli spazi interni prevedendo il trasferimento di uffici oggi in affitto, e spazi per le associazioni di volontariato. «Nonostante l’avere appreso nell’ambito di uno degli incontri di quartiere tenuti dalla giunta che il progetto è stato bloccato per mancanza di risorse, chiedo che questi impegni rimangano comunque validi – ha affermato il capogruppo Pd Susanna Bonettini illustrando il documento – nel caso in cui l’amministrazione riveda la sua decisione di non procedere alla realizzazione del progetto stesso». «Nell’attuale situazione economica e sociale, alla luce dei bilanci degli enti locali, della difficile situazione in cui si trovano le famiglie e della necessità della pubblica amministrazione di dare risposte a coloro che hanno bisogno – ha affermato il sindaco Luca Caselli – la spesa di 4 milioni necessaria per la realizzazione della nuova sede della Polizia Municipale per noi non è più una priorità e abbiamo avuto il coraggio di dirlo alla città. Oggi non ci sono più le condizioni per spendere 4 milioni così. Per noi amministrare significa anche assumersi il coraggio e la responsabilità di scelte come questa». Per il Consigliere Giuseppe Megale (PD) «la giunta, che ha pubblicato il bando e che oggi dovrà rispondere anche economicamente alla ditta aggiudicataria, rinnega se stessa». Immediata la replica del Capogruppo della Lega Nord Bargi secondo cui «lo scopo della Lega Nord e dell’amministrazione era riportare sicurezza ad una città dove era diventato pericoloso circolare anche per la strada nelle ore serali. Lo scopo è stato raggiunto ed oggi, da problema ed emergenza sociale, quello della sicurezza è diventato un punto di eccellenza per la nostra città». «Mi dispiace che questo progetto non andrà in porto – ha affermato il Capogruppo del Pdl Ugo Liberi – ma capisco la situazione finanziaria del comune in cui la spesa per il mantenimento dei servizi e per l’aiuto alle persone colpite più pesantemente dalla crisi drena risorse su altri fronti».

                  SOLUZIONI ANTICRISI?


                    Le famiglie saranno comunque in difficoltà

                    E così arriva la Tares spezzatino: quattro rate «per pesare di meno»


                      Ma la prima resta una botta del 50% subito a luglio

                      SASSUOLO – Saranno quattro le rate, rispettivamente con scadenza al 31 luglio, 30 settembre, 31 ottobre e 30 novembre, attraverso le quali cittadini ed imprese potranno suddividere il pagamento della Tares, la nuova Tassa per il finanziamento del servizio pubblico locale di gestione dei rifiuti introdotta dalla legge nazionale n. 214 nel dicembre del 2011 ed in vigore dal 1° gennaio 2013. Lo ha deciso il Consiglio, approvando, nella seduta di martedì, con i voti favorevoli di Pdl, Lega, lista civica Per Sassuolo e sindaco, la contrarietà del Pd e l’astensione dei consiglieri Sergio Basile (Idv) e Franca Cerverizzo (Siamo Sassuolo), la delibera con cui si stabiliscono le modalità di riscossione per l’anno 2013 nel comune di Sassuolo. La delibera, che inizialmente prevedeva la possibilità del pagamento in tre rate, è stata integrata con l’emendamento della giunta, approvato dal Consiglio, che prevede l’introduzione di una quarta rata a conguaglio con scadenza al 30 novembre 2013. La riscossione del tributo, che i cittadini potranno, a propria scelta, continuare a pagare anche in un’unica soluzione, parte dunque con una prima rata, a titolo di acconto, con scadenza 31/07/2013 in cui si liquida l’importo pari al 50% di quanto dovuto annualmente applicando le tariffe in vigore nel 2012 per la tariffa di gestione dei rifiuti (Tia1) e la percentuale in vigore nel 2012 per il tributo provinciale. La seconda rata ha scadenza 30/09/2013 e lì si liquida l’importo pari al 25% di quanto dovuto annualmente applicando le tariffe in vigore nel 2012 per la tariffa di gestione dei rifiuti (Tia1) e la percentuale in vigore nel 2012 per il tributo provinciale. Terza rata con scadenza 30/10/2013, con un altro 20%, quindi la quarta rata di saldo al 30 novembre, liquidando l’importo pari alla differenza tra quanto dovuto, applicando le tariffe approvate per il 2013 a titolo di Tares e la percentuale per il tributo provinciale, e quanto dovuto sulla base delle prime due rate di acconto. Con la terza rata è contestualmente liquidata e riscossa anche la maggiorazione di 0,30 euro/mq prevista dalla normativa. La soluzione per come è arrivata in porto sembra piuttosto singolare. L’idea di partenza della giunta infatti era quella di tre rate, mentre il Pd incalza per quattro, sì, ma con l’obiettivo di ridurre la prima, quella più consistente con il 50%, con il Comune chiamato a compensare il gestore attraverso l’anticipazione di cassa, cosa che la maggioranza ha giudicato «irrealizzabile». Il piano insomma era quello di fare quattro colpi equanimi da 25. Invece ci si ritrova con una soluzione che lascia intatta la ‘botta’ di partenza introducendo poi una quota finale del 5 % che non si sa quanto e chi possa effettivamente agevolare. dato che arriva a un mese di distanza dall’ultimo 20%, alla fine può essere solo un contrattempo contabile a cui pensare, più che un beneficio economico effettivo. Sul tema si è accesa una vivace discussione, con il sindaco che ha garantito di aver fatto tutto il possibile per fare gravare al minimo la tassa. Ma il tema è destinato probabilmente a far discutere ancora.

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