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CAMBIO DI PASSO


    Il Paese vuole uscire dal vicolo cieco

    «E ora vi presento i miei 8 punti»


      La riscossa di Silvio Berlusconi per cambiare l’Italia I temi saranno illustrati alla manifestazione di Bari

      Silvio Berlusconi torna in campo davvero, questa volta, e annuncia, che alla manifestazione di sabato a Bari, illustrerà otto punti, otto disegni di Legge, già pronti per essere presentati al Senato. Gli otto ddl riguarderanno l’abrogazione dell’Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attività agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012; la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni di interessi e ai meccanismi di rateizzazione; il riconoscimento alle imprese – per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, disoccupati e cassintegrati – di una detrazione (sotto forma di credito d’imposta) per i primi cinque anni dei contributi relativi ai lavoratori assunti, nonché l’esenzione, per questi ultimi, dall’Irpef sul salario percepito; il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post, per quanto riguarda lo svolgimento di ogni attività di impresa. Ci saranno poi: l’abolizione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici; le norme per la riforma del sistema fiscale; le disposizioni di revisione della Costituzione per quanto riguarda l’elezione diretta del presidente della Repubblica e il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio dei Ministri. Da ultimo, le disposizioni per la riforma della giustizia. «Queste nostre proposte hanno in sé la forza di un cambio di passo – ha detto Berlusconi – , di uno shock istituzionale ed economico, che tende da un lato, allo sviluppo e al rilancio della nostra economia e, dall’altro, al ritorno della fiducia nello Stato».

      Pontida, il raduno che vuole battezzare la ripartenza della Lega


        Al posto di Bossi ci sarà Maroni, segretario federale di oggi che inaugura il nuovo corso Si parlerà di Macroregione ma anche delle sfide e dei problemi interni al movimento

        Oggi il Carroccio si ritrova finalmente a Pontida. Nel comune bergamasco, a due anni dall’ultimo raduno, per segnare il rilancio del partito, dopo la rottura dello scorso anno e per la prima volta con Umberto Bossi non più segretario federale ma Roberto Maroni sul ponte di comando. «Domani si torna a Pontida, il luogo che ci riporta alle origini della nostra storia». Così Maroni alla partenza verso la meta che segna da una parte le origini e dall’altra un nuovo inizio e «nuova energia per le nostre storiche battaglie». Tra gli argomenti, in primis: «parleremo di Macroregione e delle battaglie future della Lega». Tra i nodi da sciogliere c’è la rottura fra il governatore veneto Zaia e il segretario regionale Tosi, e soprattutto l’intenzione di Bossi di riprendere in mano le redini del movimento. Tutti argomenti, però, che il segretario federale sa come trattare. E replica duramente ai giornalisti che vogliono leggere tra le righe e che gridano alla scissione. Non sono molti, in effetti, almeno finora, i bossiani usciti allo scoperto. E il nuovo leader ha voluto chiudere più volte il discorso, rimarcando che la conta interna si è chiusa con il Congresso che lo ha proclamato segretario. «Quest’anno – ha spiegato Maroni – l’apputamento a Pontida è importante anche perché si svolge il 7 aprile, la data storica del giuramento della Lega lombarda nel 1167». Per Roberto Calderoli, «saremo davvero uniti e assieme spiegheremo le prime misure concrete che tradurranno in fatti il nostro slogan Prima il Nord».

        I matrimoni tra Este e Pico, spunti per capolavori


          Le non facili, e spesso burrascose, relazioni tra gli Este e i Pico, favorirono paradossalmente alcuni legami nuziali tra le due famiglie nel tentativo di migliorarne i rapporti e nel segno di un’alleanza diplomatico-militare che doveva portare vantaggi a entrambe. A loro volta i matrimoni furono speciali occasioni di committenza artistica, come testimoniano opere giunte fino a noi e talora celeberrime. Il fidanzamento sottoscritto nel 1466 tra Bianca Maria d’Este, figlia del marchese di Ferrara Nicolò III e della sua amante Anna de’ Roberti, e il signore di Mirandola Galeotto I Pico fu immortalato nientemeno che sulla fascia del Mese di Luglio nel cosiddetto Salone dei Mesi della delizia ferrarese di Schifanoia, un ciclo di affreschi molto deteriorato nei colori ma in gran parte ancora leggibile che fu commissionato dal duca Borso d’Este (fratello di Bianca Maria) e che oggi testimonia l’altissima qualità della promozione artistica atestina durante il suo governo. Gli sponsali furono poi celebrati sontuosamente nel 1468. I lunghi ed eleganti festeggiamenti, che coinvolsero sia Ferrara che Mirandola, confermarono platealmente l’importanza e la dignità di una simile parentela. Il connubio tra Alessandro I Pico e Laura d’Este, figlia del duca di Modena Cesare, fu consacrato nel 1607 e appena più tardi fissato su tela dal pittore di corte di Alessandro, il veneziano Sante Peranda, a cui venne affidata la realizzazione della galleria dei ritratti dinastici pichensi, poi in gran parte collocata proprio nelle stanze private di Laura. La principessa della Mirandola, pazza come la madre Virginia de’ Medici, il fratello Alfonso e il cugino Carlo, subì lunghi periodi di reclusione per volontà del marito, al quale non riuscì mai a dare il tanto sospirato erede maschio, tant’è che per garantirsi la successione Alessandro legittimò un figlio naturale, Alessandro II.

          Le chiese, questi tesori feriti in attesa della ricostruzione


            Tra le immagini televisive girate subito dopo le scosse telluriche del 29 maggio 2012 colpirono particolarmente quelle che riprendevano lo stato di rovina in cui versavano le tre chiese più belle di Mirandola, la cattedrale, iniziata nella prima metà del Quattrocento, la chiesa di San Francesco eretta già sul finire del Trecento per sollecitudine della nobildonna Costanza Pico e quella barocca del Gesù, edificata a partire dal 1621 su mandato di Alessandro I Pico in occasione della sua investitura a duca del dominio mirandolese. Le pareti e le facciate pericolanti, le voragini nei pavimenti, gli interni coperti di detriti e di polvere, le opere d’arte cadute e lesionate toccarono gli occhi e il cuore di ciascuno di noi, e in quelle ore drammatiche si confidò principalmente, e a buona ragione, nell’intervento del Nucleo Speleo Alpino Fluviale dei Vigili del Fuoco per la primissima messa in sicurezza dei muri squarciati e la salvaguardia dei manufatti antichi. A quasi un anno dal sisma i tre edifici di culto, veri e propri simboli identitari della città e della comunità di Mirandola, sono ancora in una condizione di estrema fragilità statica e quindi di inagibilità, malgrado la messa in sicurezza e le impalcature alzate (imponente quella che ripara la chiesa del Gesù) garantiscano l’incolumità dei passanti e la conservazione delle maggiori criticità in stand by. Tutti i beni mobili asportabili, quindi i dipinti, le tele, le cornici, le sculture e le suppellettili sacre, sono stati trasferiti nel centro di raccolta e restauro allestito presso il Palazzo Ducale di Sassuolo. I beni inamovibili sono stati invece adeguatamente protetti con strutture temporanee, come quella lignea che avvolge le quattro tombe dei Pico nella chiesa di San Francesco. È stato impossibile, purtroppo, per le loro dimensioni monumentali spostare in altra sede le ancone intagliate dell’ebanista Paolo Bonelli, opere di grandissimo pregio artistico risalenti alla fine del XVII secolo rimaste dentro la chiesa del Gesù a condividerne sofferenze e destini sotto le volte schiantate al suolo e ancora aperte.

            Mirandola. La perla dei Pico divenuta una città a forma di stella


              Le fondamentali notizie sulla storia di Mirandola sono state in gran parte riprese da una pubblicazione a firma di Bruno Andreolli, che qui si ringrazia. Un sentito ringraziamento va anche all’Ufficio Stampa del Comune di Mirandola che ci ha gentilmente concesso le immagini delle tre principali chiese della città devastate dal terremoto.

              Ai Musei Civici una nuova stagione di incontri


                Dopo il successo invernale dell’iniziativa “Metti un pomeriggio al Museo…”, i Musei Civici di Modena con un impegno ammirevole per i tempi che corrono (mala tempora currunt, infatti…) inaugurano un nuovo calendario di mostre, incontri, conferenze e visite guidate che culminerà nella manifestazione “Nessun dorma – Notte dei Musei 2013” fissata per sabato 18 maggio, proseguendo poi fino all’appuntamento conclusivo di domenica 26. La nuova serie riprende il titolo della precedente e fortunata solo variandolo in termini stagionali, così “Metti la primavera in Museo…” è il nuovo slogan delle proposte che si articoleranno tra le sale del Museo Civico d’Arte (con la Sala Sernicoli in testa), quelle del Museo Civico Archeologico-Etnologico, gli ambienti recentemente acquisiti dall’ex ospedale Estense (tra cui la Nuova Sala Mostra) e i luminosi spazi espositivi del Lapidario Romano al pianterreno del Palazzo dei Musei. Un primo ventaglio di appuntamenti copre già la prima metà del mese di aprile. Oggi, domenica 7 aprile, in occasione dell’ultimo giorno di apertura della mostra Le vesti di sempre. Gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampolo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto, il curatore Lorenzo Lorenzini guiderà il pubblico a una visita della interessantissima esposizione a partire dalle 17. Sabato 13 aprile, alla stessa ora, l’archeologa Silvia Pellegrini terrà una conferenza sul tema Mutina al centro dell’Impero per illustrare nel dettaglio il ruolo della Modena romana quale nodo strategico nella rete viaria di epoca imperiale. Diverse erano infatti le grandi strade che collegavano la nostra città alle altre terre del dominio cesareo romano, strade che furono inevitabilmente protagoniste e testimoni di molti eventi storici nell’arco dei secoli passati. Domenica 14, sempre alle 17, e si spera in concomitanza con l’inizio della vera primavera, l’agronomo Eraldo Antonini e l’architetto Vincenzo Vandelli parleranno a proposito del Parco delle Rimembranze e del Giardino Ducale Estense in occasione della X Giornata Nazionale del Giardino. L’incontro, intitolato Un parco e un giardino si raccontano, è promosso dai Musei Civici in collaborazione con il Garden Club di Modena. La partecipazione ai tre eventi segnalati è libera e gratuita. Dunque, buona primavera a tutti in compagnia dei nostri bellissimi Musei!

                Archeologia, che passione Al parco di Montale riprendono le iniziative per grandi e piccoli


                  È stato inaugurato nella domenica di Pasqua e proseguirà fino al prossimo 16 giugno il calendario primaverile degli incontri “archeologici” al Parco e Museo all’aperto Terramara di Montale, che ogni anno, durante la bella stagione, offre a bambini, ragazzi e famiglie l’emozionante opportunità di rivivere la preistoria dentro il perimetro di un villaggio terramaricolo mediante visite guidate, dimostrazioni e laboratori. Domenica 7 aprile il tema dell’appuntamento sarà la “Scheggiatura della pietra”, ma anche il bronzo, la ceramica, le pelli, il legno e le fibre naturali saranno tra gli altri e curiosi argomenti del programma, insieme con gli aspetti dell’ambiente e dell’esistenza datati a migliaia di anni addietro. Ricordiamo a chi fosse interessato alle iniziative del Parco che gli orari di ingresso vanno dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19, con l’ultimo accesso un’ora prima della chiusura. Per ulteriori informazioni sono disponibili i recapiti telefonici 059 2033100 e 532020 e il sito puntualmente aggiornato www.parcomontale.it

                  Riscoperta del Teatro Comunale tra concerti e visite


                    Settimana ricchissima di eventi, la prossima, per il Teatro Comunale di Modena intitolato al maestro Luciano Pavarotti. Ben due sono gli appuntamenti della stagione concertistica, a cui si aggiungono un concerto del ciclo “Dentro le Note. Incontri musicali all’Università” e una visita guidata straordinaria al teatro stesso nell’ambito dell’iniziativa “Open day dei teatri storici”. Martedì 9 aprile, con inizio alle 21, l’Orchestre des Champs-Élysées e il Collegium Vocale Gent diretti dal maestro Philippe Herreweghe eseguiranno Le Stagioni di Franz Joseph Haydn, oratorio in quattro parti (corrispondenti appunto alle quattro stagioni) per soli, coro e orchestra considerato uno dei massimi capolavori dell’arte musicale dell’Occidente e del Settecento. Michael Steinberg arrivò persino a scrivere che questa composizione «conferisce ad Haydn un posto di primo piano a fianco di Michelangelo, Tiziano, Turner, Mann, Goethe, Verdi e Stravinsky», affermazione corroborata dall’enorme successo di pubblico che la sua esecuzione puntualmente riscuote, a partire dal plauso commosso che raccolse al debutto presso le platee londinesi. Venerdì 12 aprile, sempre alle 21, sarà invece la volta di un gradito ritorno a Modena, quello dell’affiatatissima Filarmonica “Arturo Toscanini” diretta per questo evento da Roman Brogli-Sacher su un programma dedicato alla musica tedesca a cavaliere fra Otto e Novecento. Aprirà le danze la Lyrische Symphonie in sette canti op. 18 per soprano, baritono e orchestra di Alexander von Zemlinsky su poesie di Rabindranath Tagore; a seguire due opere di Richard Strauss, il Don Juan poema sonoro per grande orchestra op. 20, e i Quattro ultimi Lieder per soprano e orchestra. Il Don Giovanni, datato 1888, «rappresenta, in particolare, la rivelazione del genio orchestrale del giovane Strauss e l’accesso a un genere musicale che occupò la prima parte della sua vita creativa, posando una pietra miliare sul cammino del poema sinfonico di ispirazione filosofico-sentimentale». Mercoledì 10 aprile, alle 18, il “Nextime Ensemble” di Danilo Grassi si esibirà nell’Aula Magna del Rettorato in via Università 4 nell’ambito del ciclo “Dentro le Note. Incontri musicali all’Università”, promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena con ingresso libero e gratuito. Le due opere proposte sotto il titolo Le voci della percussione e con la collaborazione di Lisa Bartolini, Perdo Perini e Federico Zammarini, Third Construction di John Cage e Drumming di Steve Reich, «saranno la cornice di un racconto sulla percussione come forma di linguaggio universale, dalla “parola” dei pigmei africani che sta all’origine del brano di Reich al “suono-rumore” straordinariamente organizzato nella Construction di Cage». Chiude questo fitto calendario di eventi e di incontri la visita guidata straordinaria con momenti musicali “Un Teatro da scoprire” fissata per sabato 13 aprile alle 11 e compresa nell’iniziativa nazionale “Open day dei Teatri Storici”. Sarà questa una splendida occasione per conoscere gli spazi anche più reconditi del teatro cittadino che tra i suoi tesori vanta il sipario dipinto dall’artista modenese Adeodato Malatesta. L’ingresso alla visita è gratuito, ma è necessaria la prenotazione al numero 059 2033010.

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